Fraâ Piergiacomo ha rilasciato unâintervista a âVatican Newsâ in cui spiega il ruolo che lui ed altri quattro Frati Cappuccini svolgono al Giovanni XXIII.
Tra i reparti, i corridoi e le sale dâaspetto dellâospedale bergamasco, i religiosi sono sempre pronti. Regalano parole di conforto, recitano preghiere e benedicono chi non ce lâha fatta.
Nei primi giorni di questa crisi sanitaria senza precedenti, si è giustamente sottolineato lâenorme sforzo compiuto dal personale sanitario degli ospedali maggiormente colpiti dallâemergenza Coronavirus. Questi straordinari professionisti hanno fatto e continuano a fare un lavoro eccezionale nella speranza di salvare quante piĂš persone possibile da un male che per il momento non ha una cura ne un vaccino.
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A spendersi nelle corsie degli ospedali, in questi giorni ci sono anche dei frati e dei parroci coraggiosi, che passano lâintera giornata a cercare di dare conforto a medici, infermieri e pazienti. Uno di questi è Fraâ Piergiacomo, frate cappuccino che insieme a quattro confratelli lavora incessantemente per portare conforto a chi quotidianamente è immerso nellâemergenza sanitaria a Bergamo. Proprio il Cappuccino ha spiegato a âVatican Newsâ come quotidianamente riescano a sollevare la giornata di chi lotta contro un nemico invisibile: âLa nostra presenza vuole davvero essere una vicinanza oranteâ.
Fraâ Piergiacomo spiega come in molte occasioni siano i medici a chiamarli: âA volte sono proprio le caposala che ci chiamano per andare dai loro colleghi; cosĂŹ ci ritroviamo insieme qualche minuto per recitare un Ave Maria o un Padre Nostroâ. Tutti reagiscono positivamente nel vederli passare, poichĂŠ in una lotta cosĂŹ difficile câè sempre bisogno di conforto per lâanima e la mente: âSono contenti quando scoprono che sotto il camice e dietro la mascherina si cela un religioso; li vedo anche un poâ risollevati e capiscono che la nostra presenza rappresenta il fatto che Dio è con loro ed è vicino alla loro sofferenza come il buon samaritanoâ.
Ci sono purtroppo le volte in cui (ed in questi giorni sono state tante) non si arriva in tempo ad offrire una preghiera o unâestrema unzione. Ma anche in quel caso i Frati Cappuccini non si tirano indietro: âCâè sempre un frate che tutti i giorni offre una preghiera e una benedizione alle salme che transitano da lĂŹ. E se non ci sono i congiunti a piangere i propri cari defunti, spesso lo fanno i medici e gli infermieri; ne ho visti molti struggersi dal doloreâ.
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Luca Scapatello
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