La notte tra domenica e lunedì la pioggia battente sulla zona di Subiaco (Lazio) ha provocato un movimento franoso di grosse proporzioni che ha totalmente invaso la strada provinciale 45a che porta a Jenne e Vallepietra. Non è la prima volta che la zona viene colpita da simili fenomeni, ma la frana di questi giorni è la più imponente dei prossimi anni ed espone i centri abitati limitrofi alla Valle dell’Aniene al rischio di danni ingenti. La frana di Subiaco ha anche impossibilitato il flusso tra il monastero ed il centri abitati limitrofi, isolando il plesso e impedendo a fedeli e visitatori di giungere fino alla caratteristica opera architettonica nonché luogo di culto.
Ciò che preoccupa il comitato per la salvaguardia dell’Aniene non è tanto la frana avvenuta in questi giorni, ma la possibilità che ondate di maltempo successive possano causare danni e vittime. In una lunghissima nota pubblica, il presidente dell’associazione, Antonio Amati, sottolinea come il movimento franoso occorso ad inizio settimana sia conseguenza dello scellerato disboscamento della valle, avvenuto in seguito a numerose segnalazioni e rapporti dello stesso comitato sulla pericolosità della zona.
Nella sua denuncia, Amati spiega: “Nella frana in questione, che per dimensioni surclassa quelle precedenti, addirittura sono state create le condizioni che la hanno causata: gli alberi che sostenevano la scarpata negli anni scorsi sono stati abbattuti, ed i loro ceppi emergono infatti dalla terra trascinata a valle. Anche il terreno, una volta ben terrazzato e coltivato, è stato abbandonato a sé stesso senza effettuare alcuna pratica di salvaguardia, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”.
Quindi spiega che dalle rilevazioni della PAI era emerso che la zona tra i centri abitati ed i monasteri era ad alto rischio di franosità e che, ciò nonostante, non è stato fatto nulla per salvaguardare la zona. Se si continuerà su questa strada, conclude Amati, si rischia di mettere in pericolo i centri abitati: “Per il Comune di Subiaco viene classificata a rischio elevato (R3) la zona abitata in località Cappuccini a partire dall’incrocio della Sublacense con via Fogazzaro in direzione Sud-Est mentre un’area a rischio medio (R2) è identificata in prossimità del ponte di Sant’Antonio sulle sponde del fiume Aniene”, scrive riportando parte del rapporto citato in precedenza.
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Luca Scapatello
Fonte: Today
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