La testimonianza particolare della nostra sorella Francesca ci mostra come, innumerevole volte, il cristiano inconsapevole e immaturo si lascia trascinare in situazioni spiritualmente pericolose.
La preghiera comunitaria dei gruppi carismatici e la fede nella forte intercessione della Vergine sono mezzi importanti e necessari nella vita di ognuno, per chiedere la protezione personale e quotidiana, verso le forze avverse a Dio e alla nostra salvezza eterna, nonché alla serenità di questa vita terrena.
“(…) Nel 2006 conobbi una ragazza che mi fu subito simpatica perché era una persona dolce, calma e riflessiva. Lei praticava il reiki e le piaceva molto. (…) Non mi ero informata bene su reiki, mi ero fidata del fatto che reiki viene a volte praticato nelle palestre, nei centri benessere e persino in un paio di ospedali italiani. Ovviamente ero scettica riguardo ai benefici effettivi di reiki, ma escludevo anche che potesse nuocere. Infatti, quando vidi alcune persone eseguire un trattamento reiki su un’altra persona e tracciare simboli “muovendo il dito” sopra il corpo dell’altra persona, pensavo fossero tutte fantasie, o meglio, rituali suggestivi, che avranno avuto un significato culturale simbolico, come tutti i rituali e le preghiere, ma nulla più di questo. (…)
Immagino stessi solo cercando un diversivo, un modo per “consolarmi” da qualche amarezza (…) Durante il breve e semplice rituale di iniziazione al reiki, pensai che qualcosa di vero doveva esserci in tutta quella faccenda di simboli e di energia, perché non appena ricevetti questa “iniziazione al primo livello”, avvertii qualcosa, tipo una scarica elettrica, e vidi una piccola esplosione di luce che non mi abbagliava, ma assumeva i colori dell’iride, dell’arcobaleno, e poi diventava stabilmente di colore indaco. (…)
Nei giorni successivi all’iniziazione reiki, svolsi regolarmente le mie attività, andando al lavoro come sempre, vedendomi con il ragazzo che allora frequentavo, andando a fare la spesa e via dicendo … tuttavia qualcosa in me era cambiato. Mi pareva di “avere addosso” una specie di energia, sembrava quasi di tipo elettrico. (…) … Il problema era che reiki è una forma di canalizzazione dell’energia ambientale e quindi può essere pericoloso perché può seriamente esporre una persona al contatto con entità spirituali anzi spiritiche negative, nocive, malintenzionate, ingannevoli o pesanti, cioè “che non si sono elevate, che non si sono santificate” (quindi, che sono perdute).
(…) Nonostante io non ci credessi che poteva esistere, e neppure ci sperassi, né lo desiderassi, quell’entità, quello spirito, quella creatura intelligente, ma diversa da me, si era ugualmente manifestato. Era simile, nell’aspetto con cui mi riusciva di visualizzarlo, a molti altri del suo tipo che ebbi modo di visualizzare in seguito. Antropomorfo nelle forme, esile come un fanciullo, ma di aspetto “alieno”, dalle proporzioni poco umane, con arti lunghi e sottili, la testa grande e un po’ allungata e grandi occhi scuri dallo sguardo ardente. Non aveva abiti, non aveva i capelli. Era scuro nel colore, grigiastro e liscio. (…)
Quell’entità si muoveva nell’ambiente (nella mia stanza per la precisione) con un’agilità e una rapidità impensabili per un essere umano, come pure per un animale. Lo percepivo come una … massa energetica appunto. (…)
Inizialmente le apparizioni e le manifestazioni di quell’entità oscura erano comunque sporadiche, abbastanza diradate da darmi modo di pensare, ogni volta, che me lo ero in qualche modo immaginate.
(…) Ogni tanto, due o tre serate al mese, ci incontravano liberamente per parlare, per pregare, per descrivere le nostre sensazioni e visualizzazioni. Per la ragazza che conoscevo, reiki era un modo, una tecnica diciamo, per affinare la propria sensibilità e, anche a livello etico, doveva servire a migliorare, ad “evolvere”. Venne fuori che il gruppo era di carattere sperimentale, cioè non c’era un insegnamento, ma più che altro si condividevano esperienza di vario tipo e si “sperimentavano” modi di accedere a percezioni sempre più nitide, nei confronti delle dimensioni spirituali e dei loro immortali abitanti. Parlavamo anche di Gesù, di Maria, dei vari modi in cui le culture e le civiltà umane avevano simboleggiato e descritto gli spiriti, parlavamo dell’insegnamento morale e spirituale di Cristo. (…) Dopo un po’ però iniziarono a capitare cose che non potevamo controllare. Alcuni di noi, tra cui io, ci eravamo infatti accorti che ogni volta che ci riunivamo, altri esseri ci raggiungevano, sapendo che si sarebbe parlato di certe cose spirituali, che alcuni avrebbero forse usato il reiki.
(…) Una donna fu attaccata. Io li vidi mentre le si avvicinavano e accadde che “entrarono dentro di lei”, come se il loro corpo spirituale, la loro massa energetica che non so di cosa sia fatta, “si sciogliesse” nel corpo fisico della donna e lo compenetrasse. Quella povera donna cadde a terra e prese a dimenarsi convulsamente, terrorizzandoci tutti. (…)
Così decidemmo di sospendere gli incontri … e forse quella donna era stata violata da quelle entità, da quegli spiriti o, come si dice nella tradizione cristiana, era stata posseduta.
Volevo rilassarmi e godermi le feste … ma una sera mi chiamò un tizio, che conoscevo di vista perché era amico di alcuni missionari … Mi disse che aveva organizzato un viaggio a Medjugorje e mi invitò. (…)
A Medjugorje tutto andò bene e io mi sentivo tranquilla … ma una mattina andai a Messa e trovai un giovane uomo … Questo ragazzo era normale, come molti altri, ma durante la Messa e la preghiera a volte iniziava ad agitarsi molto, gli veniva una specie di attacco di panico, a volte tanto intenso che si sentiva mancare. Quella mattina a lui venne una di quelle crisi e si afflosciò a terra … Era come “incantato”. Teneva gli occhi aperti e guardava fisso davanti a sé, ma pareva essersi estraniato da tutto quanto lo circondava. Quando mi avvicinai di più al suo viso per vedere se mi avrebbe guardata, lui uscì dal suo stato di “incantamento” e mi guardò con un’espressione ambigua e vagamente ironica che mi ricordò per certi aspetti quella di … ma ovviamente pensai che era solo la mia impressione. (…)
Disse: “Dai, tu che fai reiki, che altro sai fare?”. (…) Meno male che mi accorsi che la maggior parte delle persone attorno a noi non aveva capito praticamente niente, pur udendo le parole del ragazzo (o dei suoi spiriti), probabilmente non ne compresero il significato … poi le cose si calmarono e il ragazzo tornò normale. Non gli dissi niente … lui dopo le sue crisi non si ricordava più niente. (…)
Pregai dicendo: Io i miei dubbi li ho tutti, ma se in questo luogo c’è qualcosa di speciale, se questo è davvero un “luogo di grazia”, allora “che io trovi grazia”, ora!
Sentii allora una voce che non so da dove venisse, ma mi raggiunse: era una voce femminile, una voce pulita, nitida, gentile, ma normale, che disse: “Lascia il reiki e, con esso, lascia tutto quello che non viene da Dio.”.
Tornata a casa, impiegai un paio di giorni a riflettere, ma durante la notte mi svegliai e mi accorsi che stavo piangendo. Sentii il desiderio di pregare, ma non avevo niente, non mi veniva in mente niente. Mi alzai comunque dal letto … Mi sentivo inquieta … Accesi il pc per distrarmi con internet … Mi sentii ispirata di digitare la parola “preghiere cristiane” nella barra di ricerca. (…) Capitai su una preghiera che si chiama “rinuncia a Satana” … Aprii il link e le parole della preghiera apparvero sullo schermo. Le lessi e notai che l’atto di rinuncia menzionava anche reiki e altre forme di contattismo, channeling, occultismo, spiritismo, magia e via dicendo.
(…) Quella notte, quella successiva, e quella dopo ancora furono un incubo. Sognai strane creature, esseri grigi, esseri alieni, demoni che urlavano contro di me, mi afferravano, mi strattonavano, cercavano di sopraffarmi, ma alla fine io ne uscivo sempre incolume. Quando mi svegliavo, il sogno continuava in camera mia e mi sentivo osservare, sfiorare, tirare per la manica e a volte il letto si spostava con me sopra di diverse decine di centimetri. Questo andò avanti per qualche notte: si spostava un po’ il letto, poi cadde un intero scaffale pieno di libri, poi si aprì di scatto l’anta dell’armadio e diversi vestiti caddero per terra. I vetri delle finestre della mia stanza vibravano come se qualcuno, dall’altra parte, tirasse loro un pugno (ma senza romperli).
Avevo portato a casa un rosario da Medjugorje, lo lasciavo accanto al mio letto, sul comodino, e il giorno seguente al risveglio lo trovavo regolarmente annodato che certe volte era una vera impresa sciogliere quei nodi. (…)
Tuttavia, io non volli più tornare nel gruppo e loro non mi cercarono, perché fui risoluta nella mia scelta. Diversi mesi più tardi venni a sapere che il gruppo si era sciolto a causa di diversi incidenti, problemi di salute e personali che avevano colpito a turno ciascuno dei suoi membri. E meno male che ne ero uscita prima!
(…) Una sera si arrivò al culmine quando apparve una scritta misteriosa su un muretto di cinta, davanti alla mia finestra … La scritta, in stampatello e a caratteri grandi e neri, riportava il mio nome, anzi il diminutivo con cui sono famigliarmente chiamata da amici e famigliari, seguita dalle parole: “torna da noi”…
A volte dicevo: Per favore, Signora, mandali via! (…) Un regalo che mi fece la Madonna in quel periodo fu quello di conoscere alcune persone di un gruppo di Rinnovamento nello Spirito, alle quali raccontai le mie vicende e con le quali iniziai a pregare. (…). Per me la vera “Chiesa” è questa, stare con gli altri per pregare insieme, come una piccola comunità. Per questo il gruppo di Rinnovamento nello Spirito fu importante per me, perché è come un piccola comunità in cui ho trovato preghiera, luce, ispirazione, conforto e amicizia. In cui ho trovato una dimensione adatta a me, per vivere la mia relazione con Dio, tramite Maria SS.”