La vergognosa storia avvenuta in Francia. Un bambino di otto anni cambia sesso, e in Italia i giornali ne parlano come se fosse una conquista di civiltà.
Ci si chiede perciò fin dove siamo arrivati, e in che mondo stiamo vivendo, per assistere a situazioni di questo genere. Neanche nei peggiori film di fantascienza, alcuni anni fa, si sarebbe immaginato tanto. Eppure eccoci qua, catapultati in questa realtà terribile e spaventosa. Dove si riesce persino a convincere, per fortuna non sempre, l’opinione pubblica che si tratta di qualcosa di buono e giusto. Ma così non è.
La vicenda, riportata da Tgcom24 e da La Stampa, è questa. Il bambino, secondo la storia come riportata dai media, ma su cui ovviamente ci si riserva di dubitare e parecchio, era “depresso”. “Diceva di voler morire”, scrive il sito di proprietà Mediaset. “I genitori non capivano cos’avesse. Poi, finalmente, lo scorso febbraio, il ragazzo ha ammesso che quel malessere era dovuto al sentirsi bambina prigioniera nel corpo di un bambino”.
Una storia davvero tragica e dolorosa, soprattutto per i modi in cui viene raccontata. Il bambino si chiama Baptiste e ha otto anni. Ora si fa chiamare Lilie. La sua famiglia vive ad Aubignan, nel Sud della Francia. Ora pare avere sposato in pieno l’idea propagata con sempre più forza dalla comunità Lgbt.
“Sta aiutando la piccola transgender a combattere la sua battaglia”, scrive ancora TgCom24. Che spiega, perentorio: “Un successo è già arrivato: a scuola, dove frequenta la terza elementare, ha ottenuto il diritto di cambiare nome”. Ci si chiede dove sia il successo, e se veramente la rovina dell’intera esistenza di un bambino di otto anni, con un cambiamento irreversibile del sesso, possa essere considerata tale.
“All’inizio nell’amministrazione scolastica non ne erano convinti. Si chiedevano se Lilie fosse cosciente di tutto questo o se, invece, non fosse stata convinta da noi e fosse suggestionata”, è quanto afferma il padre del piccolo al quotidiano La Stampa. La vicenda viene quindi narrata, è il caso di dirlo e non a mezza bocca, con chiaro intento propagandistico.
Pare che perciò, a questo punto, uno psicologo abbia seguito per alcuni giorni il bimbo, dopodiché l’ufficio scolastico regionale ha accettato. E il giornale la chiama già “bambina”. Purtroppo la realtà è una: non è una bambina, ma un bimbo che rischia di essere sottoposto a un grave intervento di cambiamento del sesso.
Una realtà che non dovrebbe essere possibili in un paese sano e civilizzato. Evidentemente, l’Europa e l’Occidente, in pochi anni hanno fatto passi sì da gigante, ma all’indietro. Ora il piccolo “ha deciso di far crescere i boccoli biondi e di farsi il buco ai lobi, la depressione è passata e sta bene”, racconta TgCom24.
Il padre, scrive il sito, “a chi si chiede se sia troppo presto per avere una coscienza sessuale, risponde: “Anche noi ci siamo fatti tante domande e siamo andati a consultare delle associazioni Lgbt qui in zona. Ci hanno spiegato che a quell’età la coscienza esiste eccome da quel punto di vista. E poi io mi sono detto: a 8 anni lo sapevo benissimo che ero un maschio”.
“In famiglia – composta da mamma, papà e altri due bambini (il gemello di Lilie e una sorellina più grande) – la novità è stata accolta con naturalezza, così come nel paesino in cui abita la piccola”, conclude il sito, spiegando che – per fortuna, aggiungiamo noi – all’anagrafe si sono rifiutati di cambiare il nome. “Dicono che è troppo presto e che bisogna aspettare. Noi lotteremo”, avrebbe affermato il padre.
A questa triste vicenda bisognerebbe invece rispondere con le parole di Benedetto XVI, pronunciate nell’ultimo libro-intervista con il giornalista Peter Seewald, in cui ha spiegato con chiarezza che il “matrimonio omosessuale” e l’“aborto” sono conseguenza del “potere spirituale dell’Anticristo”.
“Cento anni fa tutti avrebbero considerato assurdo parlare di un matrimonio omosessuale”, spiega Ratzinger. Sottolineando che invece oggi si è scomunicati dalla società se ci si oppone. Come anche per “l’aborto e la creazione di esseri umani in laboratorio”.
“La società moderna è nel mezzo della formulazione di un credo anticristiano e se uno si oppone viene punito dalla società con la scomunica”, ha spiegato Ratzinger. La paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è più che naturale e ha bisogno dell’aiuto delle preghiere da parte della Chiesa universale per resistere”. Parole che andrebbero messe in chiaro anche in relazione alla vicenda del piccolo bimbo francese.
Giovanni Bernardi
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