Il governo francese dopo aver vietato la Messa con i fedeli, ora, contro ogni diritto, pretende persino di vietare le manifestazioni in cui si recitano preghiere.
In questo modo c’è una totale violazione della libertà religiosa e di culto, che diventa praticamente “accessoria”. Un’ennesimo colpo della Stato alla fede cristiana, nel nome dell’ateismo e della scristianizzazione totale, per il quale non si può tacere.
“Caro Signor Ministro, Lei deve sapere che per tutti noi credenti esiste una dimensione molto più grande della mera vita terrena, anche se, in realtà, sembriamo essere proprio noi credenti i migliori e più ardenti difensori di tale vita”. Così si conclude il duro intervento dell’avvocato francese Jérôme Triomphe, pronunciato durante una manifestazione cui hanno partecipato circa 300 persone.
“Il nostro bene più grande quaggiù è la certezza della vita eterna. Se non avessimo questa certezza, saremmo semplicemente dei cembali che tintinnano, che fanno solo rumore e nient’altro. Il bene più importante per noi è la vita eterna! A cosa serve, infatti, all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?”, ha detto Triomphe, che è stato legale nel celebre caso di Vincent Lambert, ha combattuto contro l’ideologia omosessualista e il cosiddetto mariage pour tous.
Recentemente Triomphe ha rappresentato i cattolici francesi davanti al Consiglio di Stato per difendere il diritto a tenere le chiese aperte al culto. “I rappresentanti del governo hanno rifiutato di ascoltarci perché non sanno nulla, non capiscono nulla e, in realtà, ci disprezzano. La verità è che loro non temono i cattolici”, ha chiosato.
Il discorso è stato tenuto domenica 15 novembre 2020 a Saint-Maur-des-Fossés in occasione di una di queste battaglie per la libertà di culto e la difesa della fede. Per le sue battaglie a difesa della vita, della famiglia naturale, della libertà d’educazione e della libertà religiosa, Triomphe è stato insignito del titolo di socio onorario dal Consiglio Direttivo dei Giuristi per la Vita.
“Il governo ci ha proibito di radunarci nelle nostre chiese, quelle stesse chiese che lo Stato ci ha già rubato per ben due volte nel 1790 e nel 1905. In spregio al principio di laicità, il governo ha decretato che le celebrazioni religiose per i funerali sono più importanti di quelle in cui avviene la consacrazione eucaristica“, è il duro attacco.
“La libertà fondamentale di culto è stata declassata a un livello di riconoscimento e tutela inferiore rispetto alla libertà di manifestazione che, invece, resta autorizzata. Inoltre, il culto può essere esercitato solo accessoriamente a un’altra attività, in caso di uno spostamento fuori casa. È scritto proprio così! La libertà fondamentale di culto è ridotta ormai a una parola priva di senso”.
Triomphe ha quindi elencato tutte le contraddizioni delle decisioni prese dal governo a riguardo della situazione pandemica in Francia. Dove, ovviamente, i più attaccati sono i cristiani e la possibilità di accedere alla celebrazione eucaristica. “Hanno perfino previsto la riapertura degli impianti sciistici!”, tuona.
“Si può correre a migliaia sulle rive della Marna o della Senna, si possono affollare i negozi e andare in un vivaio a comprarsi un barbecue o una pianta verde all’ora della Messa, mentre i nostri piccoli commercianti boccheggiano agonizzanti e ignorati da un governo che appare del tutto indifferente ai loro problemi. Trascorrere, invece, un’ora in chiesa per partecipare alla Messa, mascherati e distanziati, è per loro insopportabile!”.
Una condizione, quindi, evidentemente penosa e ingiusta, di un governo che si arroga il diritto di scegliere cosa e bene e cosa e male in base ai singoli interessi e a chi fa la voce più grossa. Qualcosa di totalmente inaccettabile.
“Il nuovo ministro incaricato degli Affari Religiosi è della stessa pasta del suo predecessore e ha minacciato di far intervenire contro di noi le forze dell’ordine. Per di più, dopo aver giustificato il divieto della Messa, ha avuto il coraggio di affermare che «la vita è più importante di tutto»! Non per voi, signori del governo! Non per lo Stato che si è accanito per far morire Vincent Lambert!”, ha tuonato ancora.
Riferendosi cioè alla vicenda del francese che nel 2008 è caduto in uno stato vegetativo persistente dopo aver subito ferite gravi in un incidente stradale, per cui Triomphe prese nettamente parte a favore della vita. A differenza del governo, che ha parteggiato fino all’ultimo per l’eutanasia.
“Non per lo Stato promotore dell’aborto di milioni di neonati strappati dal santuario che dovrebbe essere il ventre della loro madre! Non per voi signori di questo governo composto da una maggioranza che ha esteso la possibilità di abortire per motivi dovuti a difficoltà psicosociale, fino a 9 mesi meno un secondo!”, ha proseguito l’uomo, mettendo così a nudo la vile ipocrisia dell’autorità pubblica.
L’uomo ha poi ripercorso anche le ingiustizie subite dai cattolici in Francia dalla rivoluzione illuminista in poi. Una realtà fatta di enormi ingiustizie di cui, purtroppo, oggi non si parla più. “Nel 1790, lo Stato ha rubato ai cattolici i beni temporali della Chiesa, frutto del lavoro e dei sacrifici di generazioni di nostri antenati che hanno irrigato i solchi della terra di Francia con il loro sangue e il loro lavoro. Sono stati i nostri antenati ad innalzare queste magnifiche chiese e cattedrali”, ha gridato.
“Centoquindici anni più tardi, nel 1905, lo stesso Stato ha rubato ancora una volta ai cattolici quello che restava dei beni temporali della Chiesa. Ha perseguitato le congregazioni religiose espellendole dalla Francia. Ha divelto le porte delle chiese, aperto i tabernacoli e fatto l’inventario dei calici e delle pissidi che appartenevano ai cattolici, per decidere cosa incamerare a proprio vantaggio”, ha proseguito.
Per arrivare all’oggi dove, infine, “centoquindici anni più tardi, di nuovo, nel 2020, sono solo i beni spirituali che ci restano e vogliono strapparci anche questi. Assistiamo alla terza spoliazione dei beni dei cattolici, quelli spirituali. Ma, contrariamente ai beni temporali della Chiesa iscritti al catasto, questi beni spirituali sono trascritti nei grandi registri delle nostre anime e garantiti nel gran libro delle ipoteche di Dio”.
Prima di pronunciare il grido finale, che suona come un vero e proprio manifesto. “Ebbene, noi non l’accettiamo! Un diritto non si negozia, si rivendica! Date a Dio quel che è di Dio! Ridateci la Comunione al Corpo del Dio vivente! Ridateci ciò che ci appartiene! E riprendiamo insieme questo grido che s’innalza in tutta la Francia e risuona di città in città come l’eco della nostra ira, della nostra speranza e della nostra determinazione: Ridateci la Messa!”.
Giovanni Bernardi
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