In Francia, centro dell’Europa stanca e sempre meno cristiana, le battaglie che catalizzano l’attenzione pubblica riguardano ormai questioni come… il topless.
Da settimane ormai al centro dell’attenzione francese ci sono le rivendicazioni sempre più agguerrite delle donne francesi. Che combattono, si dirà, per la libertà, per la famiglia, per il rispetto della dignità umana, per la difesa della vita e della maternità. Insomma, per le grandi e radicali battaglie dell’esistenza.
Sbagliato. Da tempo, ormai, si discute sulla libertà musulmana di indossare o meno il velo in spiaggia. Ci sono i contrari, che credono che sia un’immagine di donna sottomessa che poco abbia a che fare con la cultura e la tradizione del Paese ospitante. E poi ci sono i favorevoli, che pensano che in realtà passi anche da qui la libertà religiosa e di espressione, qualora non si tratti di imposizione coercitiva.
Che se non si danneggia il prossimo non si fa nulla di male nell’indossare in spiaggia uno strano velo resistente all’acqua. E che in fondo, anche questa è una forma di accoglienza, interculturale e interreligiosa. E quindi che sarebbe una bella occasione per chiedere che anche i cristiani in medio-Oriente vengano trattati con il dovuto rispetto. Cosa che, però, spesso non accade.
Ecco, immaginarsi questo genere di discussione significa sì, pensare a qualcosa di tutto sommato surreale, ma che tutto sommato ha una sua dignità di esistere. Purtroppo però, ad oggi, la discussione è arrivata su tutto un altro piano. Ovvero, riguarda la libertà delle donne francesi di stare in topless in spiaggia. Cioè di girare con il seno di fuori di fronte a tutti, piccoli e grandi, uomini e donne, amici, parenti e perfetti sconosciuti.
Il tema riguarda due donne che sarebbero state multate dai gendarmi, in una spiaggia di Sainte Marie de la Mer, nel Sud del Paese, perché stavano prendendo il sole senza la parte alta del costume. E che sono state invitate a mettersi, per non oltraggiare il pubblico pudore.
Tanto che a sostegno delle bagnanti è arrivato persino il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. Ribadendo con il pugno chiuso il “diritto di prendere il sole in topless“. E obbliganod persino la gendarmeria nazionale alle pubbliche scusa, tramite il suo portavoce Maddy Scheurer.
Insomma, l’intera situazione si è dimostrata nient’altro che un segno evidente e tangibile della decadenza morale e sociale dell’uomo europeo, occidentale, contemporaneo. Da Liberté, Egalitè e Fraternité a Liberté, Egalitè e nudité. Non tanto un diritto alla libertà ma pretesa alla nudità. Perché la libertà è ben altra cosa.
Riguarda la libertà di educare i propri figli a dei valori ben precisi, di girare in strada senza essere minacciati, di rispettare e amare il prossimo, insomma di vivere la vita in bellezza e pienezza. Rispettando, quindi, anche il proprio corpo, e il pudore pubblico, vale a dire la morigeratezza dei comportamenti.
Ma nella Francia delle Cattedrali che bruciano, dei sacerdoti ammazzati sugli altari, degli attentati terroristici, della libertà di culto cristiana sempre più minacciata, dei gilet gialli che mettono a ferro e fuoco le strade, il grido che unisce il popolo è quello delle tette al vento. Che tristezza.
Giovanni Bernardi
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