Sul palco del Pride di Novara – edizione 2019 – è salito l’ex presbitero Franco Barbero, noto al mondo cristiano per le sue critiche alla dottrina e al magistero della Chiesa cattolica. Nel 2003 fu dismesso dallo stato clericale.
È intervenuto sul palco del Pride di Novara l’ex sacerdote Franco Barbero, che, preso il microfono in mano, ha da subito definito il concepimento di Cristo come “ironia, mito e leggenda”. Barbero ha inoltre dichiarato di dover celebrare la Messa all’indomani del suo intervento. Eppure, la storia ci racconta che nel 2003 Franco Barbero fu dimesso dallo stato clericale e dimissionato da tutti gli onori e gli oneri connessi con la «sacra Ordinazione».
Franco Barbero e le sue posizioni
Ordinato sacerdote nel 1963, Franco Barbero si dimostrò fin da subito incline con la dottrina cattolica. Egli assunse posizioni di contrasto già dal 1975, con le sue pubblicazioni. Ad accompagnare le sue manifestazioni di dissenso nei confronti della dottrina cattolica, si vanno ad aggiungere le numerose celebrazioni di benedizione di coppie omosessuali, con conseguenti critiche al magistero della Chiesa. Infatti, a tal proposito, l’ex presbitero ha sostenuto – durante la manifestazione di Novara – che “la partecipazione al Gay Pride, vale tre lezioni di catechismo”.
Don Franco l’Eretico
Franco Barbero diffonde il suo pensiero attraverso il suo canale YouTube, denominato “Don Franco l’Eretico”. Spesso le sue critiche si sono rivolte ai dogmi cristiani, definiti come “illusione e fotografia della verità”. Non mancano inoltre le critiche rivolte ai miracoli, che secondo l’ex sacerdote «alimentano superstizione e spirito idolatrico».
Franco Barbero dismesso dallo stato clericale
Durante il suo intervento al Pride di Novara 2019, l’ormai ex presbitero ha dichiarato di dover celebrare messa all’indomani della manifestazione. Eppure, il 25 gennaio del 2003, la Chiesa cattolica dismise Barbero dallo stato clericale. Secondo la normativa, un vescovo, un presbitero o un diacono dismesso, perde automaticamente i diritti dello stato clericale; perde inoltre la dignità e i compiti ecclesiastici, rimanendo escluso dall’esercizio del Sacro ministero. Inoltre non può insegnare nei seminari e negli istituti dove sono presenti discipline teologiche.
Il provvedimento vaticano
Le dimissioni di Franco Barbero furono promulgate, con decreto di Giovanni Paolo II, dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, che al tempo era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Pier Giorgio Debernardi, allora vescovo di Pinerolo, accompagnava il provvedimento ecclesiale con una lettera. Egli scriveva: “Dalla lettura dei tuoi scritti appare chiaro che viene toccato il cuore della fede cristiana. […] A ciò si aggiunge la liturgia, non celebrata in comunione con la Chiesa Cattolica, la non accettazione dell’integrità del Settenario Sacramentale e la non accoglienza del Magistero come guida di fede e di morale“.
Fabio Amicosante
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