Da anni ormai si dice che la vocazione è in calo e che la fede in se stessa è in crisi. In parte queste affermazioni sono sostenute da numeri che mostrano la diminuzione di affluenza nelle chiese di provincia (laddove però bisogna anche tenere conto del fenomeno della conurbazione che ha portato allo svuotarsi dei paesi più piccoli) e sopratutto dal numero inferiore di giovani che sentono la “Chiamata”. Il fenomeno è probabilmente dovuto alla modernità, intesa come una società pluralista dove il pensiero unico non è più contemplato e le influenze più disparate portano i cittadini a formare un’idea propria della realtà e della spiritualità. Intervenuto sull’argomento durante un’intervista concessa a ‘Gloria Tv‘ in seguito al successo del docu-film ‘Liberami‘ che lo vede protagonista, il francescano frate Migliazzo ha spiegato che a suo avviso il problema principale è rappresentato dalla mancanza di fede dei preti odierni.
Frate Migliazzo spiega le ragioni del calo della fede
Quando gli viene chiesto quale sia lo stato della fede in Europa, frate Migliazzo risponde con mestizia: “Debole e cagionevole, poi non lamentiamoci se avanza l’ islam. L’ Europa come del resto i paesi dell’Occidente, sono spiritualmente poveri perché si corre dietro al progresso, ma senza Dio e lo vediamo da tante leggi approvate. Dio viene quasi bandito e si vive persino in opposizione a Lui, come se non esistesse. Per il frate francescano la colpa di questa situazione è da attribuire ai parroci odierni che hanno perso la fede e non credono più alla lotta tra il bene ed il male né tanto meno all’esistenza del diavolo: “Uno dei più significativi è che molti preti, non tutti, oggi non credono più al diavolo e al suo nefasto potere. Eppure la stessa venuta al mondo di Cristo è il più grande esorcismo della storia. Nella teologia si studia poco e niente Satana, ci dovrebbe essere la demonologia. Da esorcista constato quasi ogni giorno la influenza pessima del diavolo”.
Il problema principale sarebbe, dunque, che sia i fedeli laici che i parroci hanno perso contezza della pericolosità del diavolo. L’unico modo per controbattere è ricominciare ad insegnare come riconoscere l’opera del maligno che a detta del frate si trova: “In tutte le manifestazioni di peccato ci sta lui. Il peccato è del diavolo. Satana lavora con accuratezza e sa fare bene i suoi interessi. Pensi a Facebook e ai social media che tante volte si convertono in trappole del male”.
Luca Scapatello