Un’antica storia popolare di Napoli, ci insegna che, il giorno della festa della Madonna di Piedigrotta, le suore dell’allora convento, cucinarono un dolce speciale.
Ad ogni Santo, ad ogni sua festa, può esser abbinata una ricetta culinaria o una tradizione popolare. Oggi analizziamo quella della festa della Madonna di Piedigrotta.
Piedigrotta e la sua festa l’8 settembre
A Napoli, in occasione della Festa della Natività di Maria, nella Chiesa della Madonna di Piedigrotta, la storia e la tradizione culinaria ci portano indietro nel tempo, nel pieno del 1700.
La chiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Napoli, dedicata alla Natività di Maria, fu eretta a partire dal 1352 e terminata nel 1353, nel posto di una precedente chiesa dedicata all’Annunciazione alla Vergine Maria costruita nel V secolo, dove già si venerava un’immagine lignea della Vergine. Nel 1453 il re Alfonso d’Aragona concesse la chiesa ai canonici lateranensi, che la restaurarono nel 1520, nel 1820 e nel 1853.
Nel pieno 1700, il convento era retto da un gruppo di suore e, in occasione dell’8 settembre, la visita di un Vescovo colse “di sorpresa” le piccole suore.
La visita del Vescovo: cosa offrirgli?
Era la festa della Natività di Maria: nella Chiesa di Piedigrotta tutto era pronto per celebrare solennemente la festa liturgica. Anche le suore del convento erano lì pronte per celebrare la festa. Ma una notizia sconvolse la tranquillità di quel giorno: a celebrare la Santa Messa sarebbe stato il Vescovo della città. Il Vescovo, inoltre, dopo la Celebrazione, avrebbe anche fatto visita alle suore e avrebbe benedetto il loro convento.
Il panico si sparse fra le suore: cosa gli prepariamo? Cosa possiamo offrire a un Vescovo? “Il nostro è un povero convento, non abbiamo altro che la frutta da offrirgli” – dicevano fra di loro le suore.
La frutta “marmorizzata”: la ricetta
Da lì un lampo di genio di una delle consorelle addette alla cucina. Si recò nel chiostro, colse la frutta di stagione dagli alberi e tornò in cucina. La lavò per bene e la tagliò a pezzetti più o meno grossi.
A parte, mise a scaldare acqua e zucchero in un tegame e a mescolarlo finchè non raggiuse un colore simile al caramello. Prese i pezzetti di frutta e, a uno ad uno, li intinse nello zucchero. Poi li mise su di un piatto a raffreddare, per permettere allo zucchero di attaccarsi.
Dopo la celebrazione della Santa Messa, le suore accolsero il Vescovo nel loro convento. Gli offrirono questo piccolo dolce e il Monsignore ne rimase estasiato: “Chi ha cucinato questo goloso dolce? E’ buonissimo! Che nome ha?” – chiese il Vescovo.
Le origini della frutta candita in onore della Natività di Maria
Le suore sorrisero fra loro ed in coro esclamarono: “Questa è la nostra frutta marmorizzata perché, come vede, è dura come il marmo, ma è buona come non mai”.
Un dolce povero, ma il vero antesignano dell’attuale frutta candita.
In collaborazione con la prof.ssa ORSOLINA RICCARDI
ROSALIA GIGLIANO