MEDJUGORJE: SCONTRO TRA CECCHI PAONE E BROSIO
In questi mesi, come non mai, le apparizioni di Medjugorje sono messe al microscopio. Così anche nella trasmissione pomeridiana di canale 5, di Barbara D’Urso, si sono alternate opinioni divergenti, che difendono o smentiscono i fatti di quel luogo.
E Paolo Brosio e Alessandro Cecchi Paone sono perennemente allo scontro: “Il Vescovo di Mostar è contro il Vaticano.” e “Non è vero, altrimenti sarebbe stato rimosso. Non sei più cattolico! La tua Chiesa non è più quella cattolica. Stai impazzendo! Sei solo un organizzatore di viaggi.”. E poi: ”Quattro commissioni, due italiane e altrettante francesi, hanno concluso le indagini dicendo che i bambini non sono stati raggirati.”. Questi i toni usati dai due colleghi, davanti al pubblico.
“Documenti, testimonianze, sono tantissimi per dimostrare che quanto ritiene il Vescovo di Mostar è del tutto falso, abbiamo bisogno di un pastore della Chiesa.” –ha ribadito ancora Brosio.
In effetti il Papa ha già inviato un suo incaricato, il Vescovo Henryk Hoser, che sta valutando la situazione da qualche tempo. Ciò che ha destato scalpore sono stati i commenti del Vescovo di Mostar, diocesi di cui Medjugorje fa parte, che definì quelle vicende come una fiction.
Brosio ha detto: “Fa accuse pesanti da anni. Le ha ribadite proprio prima che arrivasse il Vescovo incaricato dal Papa. Questa è una modalità irrituale … Una coltellata alle spalle, perché il Papa non vuole fare verifiche sulle apparizioni, ma sui servizi pastorali.”. “Una mossa mediatica dalle conseguenze altamente negative, per destabilizzare l’ambiente e mettere in difficoltà l’inviato del Papa, che dovrebbe arrivare a giorni. Mi chiedo se il Vescovo non farebbe meglio a venire a Medjugorje, a fare il suo lavoro invece di diffamare tutti, creando gravi tensioni.”.
36 anni di visioni a 6 veggenti, messaggi continui e guarigioni inspiegate che attraggono l’attenzione di un fiume di fedeli ogni giorno. Vicende che, al momento, sembrano dividere anche la chiesa.
Alla trasmissione, Brosio porta con se Bruno, un uomo guarito da un tumore in stadio terminale (con tanto di certificato), a cui i medici avevano dato 15 giorni di vita.
Gli scettici sono tanti, capitanati da Cecchi Paone e Brosio insiste col dire che il Vescovo di Mostar, sin dal 1992, anno del suo insediamento, diffama e contrasta l’operato della chiesa, forse per non finire come il suo predecessore, imprigionato e costretto a ritrattare ciò che diceva, affermando di credere vivamente alle apparizioni della Madonna.
Tra una replica e l’altra, è don Michele Barone, un sacerdote intervenuto al dibattito, a spiegare che il vescovo di Mostar avrebbe dovuto astenersi da ogni commento, poiché è in corso la verifica ordinata dal Santo Padre, la cui commissione deve ancora pronunciarsi e divulgare il contenuto degli esami. In questo momento e per questo fatto, il Vescovo realmente risulta agire contro le disposizioni del Vaticano.
Brosio riprende la parola, dicendo che si parla a Medjugorje di frutti spirituali, come aveva già detto la commissione di Ruini, voluta da Benedetto XVI anni fa.
I frutti spirituali sono stati quelli di conversioni e guarigioni interiori, oltre che corporee, di cambiamenti di rotta e ritrovamento della propria dimensione cristiana.
Alla Vergine Madre affidiamo ogni discussione, animata o meno da buone intenzioni, perché i delegati del Vaticano e poi anche tutti noi fedeli giungiamo ad un concreto e santo discernimento.
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