In questo periodo di Quaresima, abbiamo l’esempio di grandi santi che hanno ricevuto le stimmate e che possono accompagnarci nel nostro cammino.
Tutti siamo chiamati a vivere il digiuno ecclesiatico e la penitenza per fare memoria dei giorni in cui Nostro Signore Gesù Cristo visse nel deserto.
Alcuni di questi santi ci testimoniano la loro santità attraverso una fede incrollabile culminata con il manifestarsi delle Stimmate. Tra questi Santa Gemma Galgani, una grande mistica nata in un piccolo centro toscano chiamato Capannori, il 12 marzo 1878, e legata alla spiritualità dei passionisti. Santa Gemma Galgani scomparve a soli 25 anni e venne beatificata nel 1933 da papa Pio XI e fu canonizzata da papa Pio XII nel 1940.
Rimasta orfana a sette anni della madre crebbe con il padre e i fratelli a Lucca, studiando presso le Suore Oblate dello Spirito Santo fino al giorno in cui, dopo un fallimento, la sua famiglia perse ogni avere e si trasferì in una povera abitazione in via del Biscione. Lì Gemma Galgani affermò di aver ricevuto le stigmate.
Dopo essere stata rifiutata dai monasteri della città, fu adottata dalla ricca famiglia Giannini che per circa quattro anni la ospitò. Lì Gemma visse gli ultimi anni della breve vita, con l’assistenza spirituale di monsignor Volpi, il suo confessore e dal passionista Germano Ruoppolo, scrittore della sua prima autobiografia.
A un certo punto della sua vita terrena tuttavia, la giovane si ammalò di tubercolosi, e per precauzione fu allontanata dall’abitazione dei Giannini e condotta in una casa vicina, dove morì a 25 anni. Dopo la sua morte iniziò l’edificazione di un monastero di passioniste a Lucca, come secondo il suo grande desiderio e dove riposano le sue spoglie.
Santa Gemma Galgani fu tra i santi che ricevettero le stigmate, per la profonda unione che visse con Nostro Signore Gesù. L’otto giugno del 1899, dopo la Comunione, venne a conoscenza dal Signore che quella sera le avrebbe fatto una grandissima grazia. Andò così a pregare a casa ed entrò in estasi, provando un grandissimo rimorso per i suoi peccati. Così le apparve la Vergine Maria a cui era molto devota dicendo: “Mio figlio ti ama oltre misura e desidera darti una grazia. Io sarò la tua mamma. Saprai tu essere una vera figlia?”. Poi la coprì con il suo mantello.
Gemma racconta che le apparve Gesù con le ferite aperte, da cui uscivano fiamme di fuoco, e che quelle fiamme toccarono le sue mani, i piedi e il cuore. A quel punto si sentì come morire e cadde a terra, ma la Vergine Maria la sostenne, baciandole la fronte. Tutto poi scomparve e si trovò in ginocchio a terra, con un forte dolore alle mani, ai piedi e al cuore. Quando si alzò si accorse che dal quei punti usciva del sangue. Si coprì al meglio e, aiutata dall’Angelo Custode, si poggiò sul letto.
Varie persone, tra cui alcuni prelati furono testimoni delle sue miracolose stimmate, che regolarmente apparvero per il resto della vita che le restava. Come San Francesco d’Assisi e Padre Pio, anche Gemma poté dire Nemo mihi molestus sit. Ego enim stigmata Domini Jesu in corpore meo porto: Che nessuno mi faccia del male, poiché io porto nel corpo i segni del nostro Signore Gesù.
Giovanni Bernardi
Fonte: stgemma.com
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