Gender nelle scuole – un abuso sui minori, una santa battaglia da combattere

Si riaprono tra non molto le scuole e il problema, che molti genitori hanno cercato di dimenticare per non assillarsi in vacanza, torna a destare angoscia e disgusto, rabbia e senso di impotenza. In Italia ancora non se ne è tornati a parlare, ma in Germania, dove le scuole stanno per riaprire, è la questione del giorno: il gender, ossia l’insegnamento ai bambini fin dalla prima elementare di una ideologia al servizio del pensiero unico, che scompone e travolge l’equilibrio di crescita dei nostri figli.

Perché parliamo della Germania?
Parliamo della Germania perché la storia ci ha mostrato che ciò che lì inizia da noi arriva prima o poi. Ancora non ci siamo vaccinati, noi italiani, contro queste epidemie germaniche, davvero dolorose e pericolose. L’ideologia è, come ben sappiamo, già giunta in molte delle nostre scuole a titolo sperimentale. Leggi in questo senso, nel nostro paese, si sta trattando di farne passare con grande spavalderia. In Germania però, hanno già il sistema funzionante. Si chiamano “Linee guida sull’educazione” e hanno lo scopo dichiarato di inculcare a tutti i bambini, fin dall’età di sei anni, l’accettazione della diversità sessuale, rendendo obbligatorio nelle scuole l’insegnamento di omosessualità, bisessualità, transessualità e tutta una serie di altri concetti contro natura. Ma mi chiedo: come si possono “insegnare” queste cose se non annullando la persona?

Bambini a rischio in tutta Europa
In molti siti online tedeschi sono state lanciate campagne contro queste aberrazioni, con petizioni e chiare e forti informazioni sulla gravità della questione. La campagna contro questi assalti ideologici è stata chiamata Bambini a rischio. Molti si stanno organizzando per questa battaglia contro l’indottrinamento psicologico dei piccolissimi sul gender. Le mamme che vogliono proteggere i loro figli sono decise, ma potrebbero essere molte di più.
In Polonia e in Ungheria, paesi cristiani, la teoria del gender con annessa propaganda nelle scuole è stata respinta nei rispettivi parlamenti. Ma sono gli unici paesi ad aver agito così e con grande determinazione.

Pediatri ricercatori: è abuso di minori
È d’obbligo, a questo punto ricordare la relazione fatta da un gruppo di ricercatori pediatri del American College of Pediatricians sugli effetti di questa assurda teoria gender. Questa società americana di pediatri ha preso una posizione molto chiara e determinata sulla pericolosità, da un punto di vista medico, dell’ideologia gender. Ha dimostrato le terribili ricadute devastanti sui bambini. Ha affermato per esempio che nessuno è nato con un genere, ma che tutti sono nati con un sesso; che il 98% dei ragazzi e l’88% delle ragazze che hanno problemi di identità di genere durante la adolescenza, lo superano riconoscendosi nel proprio sesso dopo la pubertà: e ancora, che il tasso di suicidi dei transessuali è venti volte superiore a quello medio. Infine, nella relazione l’insegnamento del gender nelle scuole è stato definito un abuso di minori.

Europa: la forza dell’unione che manca
Tanto si parla sempre dei giovani, del futuro dell’Europa che si vuole poggiare su dei sani pilastri: i bambini di oggi che saranno gli adulti di domani. Ma perché non si unificano le battaglie su questo fronte tra paesi? Perché dimentichiamo che l’unione fa la forza? E tutte quelle mamme che sono sempre tanto preoccupate di cosa e quanto mangiano i loro figli, perché non aprono gli occhi e si preoccupano di quanto sta per accadere nelle classi dei propri figli? Questa battaglia è da combattere ed è una santa battaglia.

Il Papa: difendersi dalle colonizzazioni ideologiche
Il Papa è al fianco di chi la combatte, come lui stesso ha detto alla conferenza stampa in volo di ritorno dal Azerbaigian: “Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee. Pertanto bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche.”. In quella stessa occasione ha definito la teoria del gender una ideologia “contro le cose naturali”.
Sandra Fei

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