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I servizi sociali in Norvegia tolgono la custodia di 5 figli ad una giovane coppia perchè li hanno educati “troppo cristiani”
Questa vicenda è accaduta ad una famiglia norvegese, che è stata accusata dalle autorità competenti di aver educato i loro 5 figli “troppo cristiani”. Il paradosso è che la Norvegia non è uno di quei Paesi in cui i cristiani sono in minoranza.
La vicenda riguarda i coniugi Bodnariu, lui rumeno Marius e lei norvegese Ruth, dalla loro storia d’amore nascono 5 figli: Eliana (9 anni), Noemi (7 anni), Matei (5 anni), Ioan (2 anni) e Ezekiel (4 mesi).
La segnalazione alle autorità competenti è partita dalla direttrice della scuola frequentata dai bambini, la quale molto preoccupata perché avendo assistito ad un litigio delle due bambine più grandi aveva sentito parlare di castighi da parte dei genitori.
Nella lettera scritta dalla preside ed inviata ai servizi sociali, ha spiegato che i due coniugi sono “molto cristiani”, così come i nonni, questo indurrebbe a credere in un Dio che “punisce i peccati”. La preside, inoltre ha dichiarato che i bambini non hanno mai subito violenza fisica, ma resta dubbiosa che l’educazione religiosa possa inibire i piccoli.
Il giorno 16 novembre 2015 lo stato norvegese in collaborazione con l’istituto di protezione dei bambini chiamato Barnevernet ha sottratto i bambini ai propri genitori e li ha affidati a tre famiglie. L’affidamento purtroppo non ha rispettato la procedura legale preliminare, non tenedo conto dello stato psico-fisico o emozionale dei bambini.
Le autorità competenti hanno arrestato Ruth, ma è stata rilasciata subito dopo un interrogatorio. Gli assistenti, successivamente si sono recati sul posto di lavoro di Marius, ed hanno arrestato anche lui. Durante gli interrogatori i genitori hanno ammesso di aver sgridato e talvolta sculacciato i propri figli, ma hanno negato di aver “abusato” dei loro figli.
Gli assistenti sociali hanno interrogato anche i bambini ed è emerso che spesso nascondono ai propri genitori qualche birbanteria per la paura di qualche sculacciata.
I genitori sono stati allontanati dai loro figli, il più piccolo Ezekiel viene visto ed allattato solo due volte a settimana, per Matei e Ioan la madre li vede solo una volta ogni 7 giorni. Invece le bambine non possono vedere i genitori. La famiglia si è riunita solo tre mesi dopo, ma nel frattempo è partito l’iter di adozione.
Gli assistenti sociali affermano che “Marius e Ruth sono “cristiani radicali” che stavano indottrinando i loro figli e credono fermamente nella “punizione divina”
I nonni in una nota hanno scritto che “possiamo assicurare che non abbiamo mai visto usare violenza contro i bambini. Non hanno mai alzato la voce, i nostri nipoti non hanno mai detto che i genitori sono stati cattivi con loro”. Inoltre accusano i servizi sociali di aver manipolato i bambini.
Una delle bambine invece avrebbe “confessato” di aver visto “sbattere un fratello come un tappeto” dal padre. Ma si sa bambini spesso esagerano, come accade in molti casi.
Agli assistenti sociali i bambini sono apparsi sereni non hanno alcun timore di ritornare a casa dai loro genitori.
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Durante l’indagine di polizia – scrivono ancora i genitori di Marius – al padre di Ruth è stato chiesto se era a conoscenza del fatto che i bambini fossero esposti ad alcune pressioni di indottrinamento collegato alla fede cristiana, poi ha iniziato a parlare dell’educazione, gli è stato chiesto in maniera esplicita di parlare solo di argomenti che riguardano la “questione della fede”. Durante l’interrogatorio doveva spiegare se i genitori obbligavano i figli a credere in Dio. I nonni terminano con questa domanda: “È anche questa un’invenzione?” visto che il caso verte solo sull’educazione cristiana dei bambini.
Purtroppo dopo mesi i bambini sono ancora separati dai loro genitori definiti “troppo cristiani”.
Fonte: il Giornale.it
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