L’avanzata dell’economia e dell’imprenditoria privata non si ferma davanti a nulla, né davanti al rispetto dell’ambiente né a quello della cultura, della tradizione e della fede. Caso vuole che a Immerath, Germania, la necessità di aumentare il volume economico dell’azienda tedesca RWE (un vero e proprio colosso della distribuzione di energia elettrica che esporta i propri servizi in tutta Europa) abbia demolito, letteralmente, tutti questi aspetti in favore di un allargamento della miniera di carbone.
Per aumentare la produzione di elettricità e dunque i profitti, l’azienda aveva bisogno di allargare la già imponente miniera di lignite a cielo aperto (Garzweiller II) che gestisce ad Immerath, ma per farlo era necessario abbattere la chiesa di San Lamberto. I lavori di demolizione sono stati rallentati da un gruppo di attivisti di Green Peace che si sono incatenati alla chiesa e hanno esposto cartelloni con su scritto “Stop Carbone”. Il motivo della protesta non era certo quello di proteggere la cultura e la religione cattolica in Germania, ma quello di evitare che aumentasse il livello di immissione di anidride carbonica nella già satura atmosfera della cittadina tedesca.
La Germania, infatti, come tutti i paesi firmatari degli accordi di Parigi del 2015, si è impegnata a ridurre le emissioni di gas nocivi per l’ambiente del 40% entro il 2020. Gli attivisti ritengono che per rispettare realmente questo proposito sia necessario interrompere l’estrazione e l’utilizzo di carbone per la produzione di energia elettrica. Sebbene questa sia una verità assoluta, la spinta economica derivante dai profitti della RWE (l’azienda ha 150 milioni di clienti tra Europa e Nord America) è troppo imponente per essere arginata. Dopo un paio di ore, infatti, le forze dell’ordine hanno rimosso coattivamente i manifestanti e permesso agli escavatori di distruggere ciò che restava della chiesa di San Lamberto.