La Germania comincia a stringere la presa sui migranti mettendo in pratica una politica di accoglienza che limiterà di molto il numero di arrivi nei prossimi anni. Fino ad ora, infatti, la politica delle porte aperte della Merkel aveva permesso un grande afflusso di migranti, un afflusso che negli anni precedenti aveva giovato anche alla crescita economica del Paese, consegnando forza lavoro all’industria, un settore in cui i tedeschi dominano a livello europeo. Adesso la situazione è radicalmente cambiata e per restringere l’accesso al Paese verranno istituiti dei centri di smistamento.
Nell’ultimo periodo, infatti, le comunità di fede islamica hanno rappresentato un problema di non poco conto per il Paese, da un lato ci sono state le cellule impazzite che hanno portato ai relativi attentati, dall’altro è diventato evidente un problema più sommesso ma maggiormente diffuso che riguarda l’integrazione delle seconde generazioni mai realmente inserite nel tessuto sociale: la dimostrazione risiede nelle problematiche sul razzismo, specie quello antisemita, che si sono manifestate in questi mesi anche nelle scuole elementari. Al contempo si è generata una forte tensione nella popolazione di origine germanica con il formarsi di gruppi di estrema destra, intenzionati a cacciare con le cattive i migranti di fede musulmana.
Germania, migranti: la creazione di centri di smistamento
Malcontento, problemi di integrazione ed impossibilità di accogliere tutti in modo adeguato hanno portato l’opinione pubblica a richiedere una politica più stringente sul flusso di migranti. La risposta a questa richiesta l’ha fornita Horst Seehofer, leader del Csu e membro del governo di coalizione affidato ancora una volta alla Merkel. Questo ha da poco annunciato che a partire da ottobre saranno operativi dei centri di selezione ed espulsione dei migranti. Secondo questo progetto tutti i nuovi arrivati rimarranno negli appositi centri finché la loro richiesta d’asilo non verrà vagliata e accettata. Nel frattempo i migranti non avranno possibilità di muoversi all’interno del Paese, di cercare lavoro o di imparare la lingua. Quelli la cui domanda verrà rigettata, invece, verranno direttamente rispediti al Paese di provenienza.
L’iniziativa dovrebbe essere tesa a scoraggiare chi per varie motivazioni ha meno probabilità di essere accolto. Stando a quanto affermato da Seehofer, infatti, le domande verranno vagliate molto più rapidamente del solito ed il massimo di permanenza di un migrante in attesa di risposta sarà di 18 mesi. Questi nuovi centri non dovrebbero tuttavia porre problemi ai profughi realmente bisognosi di asilo poiché provenienti da Paesi in stato di guerra, questi dovrebbero essere condotti direttamente ai centri accoglienza dove verrà fornito loro supporto e strumenti per integrarsi in Germania.
Luca Scapatello