Un evento unico è avvenuto quest’anno in Terra Santa, dopo due anni segnati dal dolore per lo stop alle celebrazioni, e in un contesto che non smette di essere segnato dalla violenza e dall’iniquità dell’odio e della guerra.
Un segno che è stato accolto con grande gioia da Mons. Pierbattista Pizzaballa, che ha invitato a focalizzarsi su quanto accadeva in quelle terre duemila anni fa, per avere un’indicazione chiara sull’oggi.
Dopo due anni di stop dovuti alla pandemia, infatti, finalmente i cristiani di Terra Santa sono tornati quest’anno a celebrare la Pasqua, vivendo momenti di grande e unica emozione all’arrivo del Patriarca Pierbattista Pizzaballa. Proprio dove venne annunciata per la prima volta la Resurrezione di Gesù: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”» (Lc 24, 5-8).
L’annuncio della Resurrezione avviene al Sepolcro
Quest’anno infatti in Terra Santa, dove l’annuncio della Pasqua arriva la mattina del sabato santo, c’è stata anche la coincidenza con il primo giorno di Pesach, la Pasqua ebraica. Il ritorno alle celebrazioni dopo due anni di stop, che tra le altre cose ha anche messo economicamente in ginocchio le attività economiche dei cristiani che vivono in quelle terre, arriva così con un segno di grande unione e fraternità, che permette di guardare al futuro con speranza.
Le campane della Basilica del Santo Sepolcro hanno risuonato a festa già alle nove e mezzo di mattina, quando la città di Gerusalemme era silenziosa ma segnata dagli scontri della sera precedente nella Spianata delle Mosche, che purtroppo non cessano ancora oggi, compreso il Venerdì Santo, emblema in questo modo di una Passione e di una uccisione quotidiano ancora oggi di quel Signore che cammina nella storia con i cristiani annunciando la salvezza, purtroppo mai interamente accolta dal mondo che lo ha fatto salire fin sulla Croce.
Nonostante ciò, centinaia di fedeli e pellegrini hanno atteso l’arrivo del Patriarca di Gerusalemme dei Latini Pierbattista Pizzaballa per la benedizione del fuoco, primo rito della lunga Veglia pasquale, che avviene all’interno della Basilica davanti alla pietra dell’unzione.
“Pasqua è un’occasione straordinaria che Gesù ci offre”
“Pasqua è un’occasione straordinaria che Gesù ci offre per scoprire che Lui cammina assieme a noi. Come i discepoli di Emmaus, forse anche noi siamo delusi e frustrati per come vanno le cose: perché il mondo sembra piombato in una spirale di violenza e di morte senza fine; perché nella Chiesa vengono a galla scandali, rivalità e divisioni; perché abbiamo costatato che i nostri stessi sogni e i nostri sforzi di bene si sono infranti contro gli scogli dell’indifferenza, delle circostanze sfavorevoli, pure della nostra incoerenza”, ha affermato il religioso, invitando a guardare a quanto accadde allora per avere un chiaro insegnamento su come condurre le proprie esistenze oggi, in nome di Cristo.
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“Gesù risorto cammina ancora accanto a noi. Ci ascolta e ci lascia sfogare: che escano dal cuore tutte le amarezze e frustrazioni, le fatiche, i dubbi e le obiezioni”, ha infatti esortato il francescano, che ha sottolineato come “senza la luce di Pasqua” si continua “a vedere solo segni di morte, di fallimento, di disperazione”. Un messaggio oggi più potente che mai che ci introduce alla Pasqua, con una prima celebrazione assolutamente unico, dalle terra in cui Gesù visse la Passione per tutti noi.
Con un augurio speciale, “che il Signore risorto doni coraggio anche a ciascuno e ciascuna di voi, renda chiara perfino la notte e metta le ali ai vostri piedi per portare nel mondo l’annuncio della speranza”. E una certezza, che “Cristo è il Dio vivente! È una realtà che possiamo toccare, non un generico fondamento etico di valori politicamente corretti. Dal giorno di Pasqua, il Risorto è presente e operante nel mondo e laddove la fede viva ed ecclesiale dei discepoli lo accoglie, un mondo nuovo davvero incomincia, pur tra le contraddizioni del presente”.
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Cristo infatti, ha concluso il religioso, “è la speranza di chi lo cerca con fede e coraggio. È la speranza di coloro che non restano chiusi nella propria sicurezza, ma si avventurano per trovarlo in questo mondo travagliato. Questa è la strada che la Chiesa è chiamata a percorrere. Questa è la strada che siamo chiamati a fare insieme come comunità di fede. Lasciamoci stupire dalle sorprese che Dio ha in serbo per noi. Questa è la vera gioia della Pasqua”