Nel giorno di Cristo Re dell’Universo ricordiamo che Gesù è il centro della vita: dal nostro rapporto con Lui dipende quello con gli altri e la nostra salvezza.
Dal nostro rapporto con gli altri invece possiamo vedere quanto e se amiamo veramente Gesù: dai semplici gesti d’amore al prossimo fatti o mancati, saremo chiamati a rispondere, davanti ad un Dio che non è venuto a giudicare ma a salvare.
L’Agnello immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza e sapienza e forza e onore: a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno. (Ap 5,12; 1,6)
Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 34,11-12.15-17
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.
Parola di Dio
R. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce. R.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome. R.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R.
Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 15,20-26.2
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Parola di Dio
Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,31-46
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria.
Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?.
E il re risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?. Allora egli risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Parola del Signore
In un mondo dove la giustizia sembra venir meno, non dobbiamo dimenticarci di un una verità semplice e grandiosa, che viene festeggiata oggi: Gesù è il Re dell’Universo. Lui l’ha creato, lui l’ha pensato, lui ha pensato ad ognuno di noi.
E’ nel dono della nostra libertà che si districano il mistero del male e della sofferenza. Cose che possiamo scegliere anche volontariamente, laddove Dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza. Dio ci ha creati perché potessimo, da liberi e quindi solo così veramente felici, riuscire a trovare la via per la vita eterna.
E questa via è molto semplice: nel Vangelo di oggi Gesù parla di semplici gesti di amore al prossimo: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Questi gesti che lui ci chiede fanno presente come Gesù si è calato in ognuno di noi, nel suo stesso Regno. Si è fatto presente in noi, e questo è il mistero dell’amore: amare l’altro nei fatti vuol dire individuare il volto di Dio che lì è presente. Noi gli apparteniamo proprio perché siamo suoi, siamo parte di sé… almeno finché fino alla fine decidiamo di rinunciare a questa grande verità: al centro della nostra vita, il centro della vita e dell’universo è Gesù.
Dal nostro rapporto con lui dipenderà la verità della nostra conversione, l’autenticità dei nostri gesti, infine la nostra salvezza. Ci sono giusti di qualsiasi credo, tempo e provenienza, “che non hanno bisogno di conversione”, dice Gesù nel Vangelo, che non hanno necessità particolare della sua chiamata.
Ricordiamoci che se abbiamo avuto il dono della fede, non è perché siamo “eletti” o migliori, ma perché bisognosi di una sua particolare vicinanza e per metterla a frutto per gli altri. Sarà da come ci siamo comportati con il prossimo dove lui alberga con la sua presenza misteriosa che saremo giudicati.
In tutto questo però, ricordiamoci che Gesù è sia profondamente giusto che immensamente misericordioso, e laddove la sua giustizia sarebbe portata a chiamarci a giudizio, la sua misericordia è ancor più grande.
Solo lui sa cosa giace nel profondo della nostra anima. Solo lui, immolato per noi e fattosi carico di ogni sofferenza, sarà in grado di poter dire l’ultima parola su di noi. Non lasciamo quindi che la nostra condotta porti noi stessi a condannarci, perché Gesù non lo farà mai, se noi non lo vorremo: “non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12, 47).
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