“Vegliate, dunque perché non sapete ne il giorno ne l’ora.”.
Ecco come Gesù conclude una delle sue parabole, ci ammonisce sulla futilità della vita terrena e ci insegna a farci trovare pronti per il passaggio da questa vita all’altra.
Tutti noi abbiamo avuto esperienza della perdita di un nostro parente, di un amico, di un genitore. Sappiamo bene quanto sia un evento umanamente straziante, che lascia nello sconforto più totale. Difficile non sentire la mancanza, eppure noi cristiani possiamo sperare che un giorno tutti noi ci ritroveremo insieme, al cospetto del unico Padre/Creatore nostro.
Ci conforti intanto che è stato proprio il nostro uomo/Dio, il nostro Cristo in Croce, che con la sua morte, col suo doloroso sacrificio, ci ha riscattati dalla fine eterna e ci ha preparati una resurrezione. La speranza viene proprio dal suo immolarsi, che ha vinto la morte, non solo, ma ci ha rendenti col suo sangue prezioso, sparso per noi sul Calvario.
“Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?”.
“Cristo è risorto, è veramente risolto!”. E’ questo il messaggio che ci scambiamo per la nostra Pasqua, nel passaggio delle anime riscattate, per aver scampato la notte senza fine.
Che il nostro pensiero si rassereni da ogni angoscia e vada a chi ci ha preceduto, nel viaggio verso il cielo. Da loro lasciamoci amorevolmente guidare, come un tempo in vita, con le parole di Sant’Agostino:
“Se mi ami non piangere. Non piangere per la mia dipartita. Ascolta questo messaggio.
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo; se tu potessi vedere e sentire
ciò che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine e in quella luce che tutto investe e penetra,
non piangeresti.
Sono ormai assorbito dall’incanto di Dio, dalla sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto.
Mi è rimasto l’affetto per te, una tenerezza che non hai mai conosciuto. Ci siamo visti e amati nel tempo: ma tutto era allora fugace e limitato.
Ora vivo nella serena speranza e nella gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi. Tu pensami così.
Nelle tue battaglia, orientati a questa meravigliosa casa dove non esiste la morte e dove ci disseteremo insieme, nell’anelito più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore. Non piangere, se veramente mi ami.”.
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