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Gesù: Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà

ATTO DI ABBANDONO A GESU’

(di don Dolindo Ruotolo)

 

 

 

L’atto di abbandono a Gesù di Don Dolindo Ruotolo (di cui si aspetta l’esito per la causa di canonizzazione), è un inno al saper essere cristiani, inteso come il saper essere di cristo.

Ciò che più di ogni altra cosa ce lo impedisce è sempre l’amor proprio, quello che spesso si traduce in testarda prepotenza, in saccenteria, in quel poco umile e affatto devoto atteggiamento che ci fa credere di dover dare insistentemente al Signore le istruzioni per regolare e trasformare la nostra vita.

Chi meglio di noi sa come vanno i propri affetti o i rapporti di lavoro o le altre vicende terrene che ci coinvolgono in prima persona? Non stupiamoci se la risposta a tutte queste domande è: Dio. Spesso ci dimentichiamo che esistiamo per un suo progetto e che al suo progetto dovremmo abbandonarci, perché lui abbia la piena padronanza di operare per noi, con noi e in noi.

Questo atto di abbandono è molto chiaro e tocca ogni cuore con mano Santa, la mano di un Cristo che ci dice e ci dimostra di conosce realmente la nostra situazione personale e ci chiede di lasciarlo fare, rassicurandoci perché interverrà risolutamente nelle nostre vite, piene di agitazione e preoccupazioni che non appartengono alla tenerezza divina.

Gesù alle anime:

Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico in verità che ogni atto di vero, ricco e completo abbandono in me, produce l’effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.

Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi, è invece cambiare l’agitazione in preghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero dalla tribolazione e rimettersi a me, perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, nell’altra riva. 

Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo ed il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge.

Quante cose io opero quando l’anima, tanto nelle sue necessità spirituali quanto in quelle materiali, si volge a me, mi guarda e dicendomi: “Pensaci tu”, chiude gli occhi e riposa!

Avete poche grazie quando vi assillate per produrle, ne avete moltissime quando la preghiera è affidamento pieno a me.

Voi nel dolore pregate perché io operi, ma perché io operi come voi credete … Non vi rivolgete a me, ma volete voi che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma, che gliela suggeriscono.

Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: “Sia santificato il tuo nome”, cioè sii glorificato in questa mia necessità; “Venga il tuo regno”, cioè tutto concorra al tuo regno in noi e nel mondo; “sia fatta la tua volontà”, ossia PENSACI TU.

Se mi dite davvero: “Sia fatta la tua volontà”, che è lo stesso che dire: “Pensaci tu”, io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: “Sia fatta la tua volontà, pensaci tu”. Ti dico che io ci penso e che intervengo come medico e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l’infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e di’: “Pensaci tu”. Ti dico che io ci penso.

E’ contro l’abbandono la preoccupazione, l’agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. E’ come la confusione che portano i fanciulli, che pretendono che la mamma pensi alle loro necessità e vogliono pensarci essi, intralciando con le loro idee e le loro fisime infantili il suo lavoro. 

Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, confidando solo negli uomini. E’ questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi e come mi accoro nel vedervi agitati!

Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane. Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto. Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me e del nessuno pensiero di voi; io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà! Se avete vostre risorse, anche in poco, o, se le cercate, siete nel campo naturale e seguite quindi il percorso naturale delle cose, che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi. 

Opera divinamente chi si abbandona a Dio. Quando vedi che le cose si complicano, di’ con gli occhi dell’anima chiusi: “Gesù, pensaci tu”. 

E distraiti, perché la tua mente è acuta … e per te è difficile vedere il male. Confida in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa’ così per tutte le tue necessità. Fate così tutti e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli.

Ve lo giuro per il mio amore. Io ci penserò ve lo assicuro. Pregate sempre con questa disposizione di abbandono e ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell’immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza.

Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e di’ con tutta l’anima: “Gesù pensaci tu”. Non temere ci penso io. E tu benedirai il mio Nome umiliandoti. Mille preghiere non valgono un atto solo di fiducioso abbandono: ricordatelo bene. Non c’è novena più efficace di questa: “O Gesù m’abbandono in Te, pensaci tu!”,

 

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