Consacrazione del mondo alla Divina Misericordia.
Dio, Padre Misericordioso, che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio Tuo Gesù Cristo, e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo. ChinaTi su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male,fa’ che tutti gli abitantidellaterrasperimentinolaTua Misericordia, affinché inTe , Dio Uno e Trino,trovino sempre la fonte della speranza. Eterno Padre, per la dolorosa Passione e la Risurrezione del Tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen.
Giovanni Paolo II
Gesù stesso chiede di pregare la Coroncina per questo motivi.
Gesù è apparso a Santa Maria Faustina Kowalska, religiosa polacca (1905-1938), e le ha chiesto di far conoscere la Misericordia divina attraverso questi mezzi:
a). L’immagine con l’iscrizione: “Gesù, confido in Te”.
Ha detto Gesù: “Prometto che l’anima che venererà quest’immagine non perirà” (Diario di Santa Faustina, # 48).
b). La festa della Divina Misericordia, la domenica dopo Pasqua (quest’anno il 3 aprile).
Ha detto Gesù: “Desidero che la Festa della Misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori… L’anima che si accosta alla confessione ed alla Santa Comunione riceve il perdono totale delle colpe e delle pene” (Idem, # 699).
c). Una preghiera che Egli ha dettato, chiamata “Coroncina della Divina Misericordia”.
2. Si ottengono grazie straordinarie
Gesù ha detto: “Oh! Che grandi grazie concederò alle anime che reciteranno questa coroncina: le viscere della Mia Misericordia s’inteneriscono per coloro che recitano la coroncina” (Diario di Santa Faustina, # 848).
Ha detto anche: “Anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia dalla mia infinita Misericordia” (Idem, # 687).
Ha quindi promesso: “Nell’ora della morte difenderò come Mia gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino ad un agonizzante, ed otterranno per l’agonizzante lo stesso perdono” (Idem, # 811)