E’ inimmaginabile e Gesù ne parlò proprio a Padre Pio.
Padre Pio ebbe un colloquio privilegiato con Gesù, quando gli comunicò il dolore per ogni abbandono od oltraggio al Santissimo Sacramento.
“Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore verso gli uomini! Sarei stato meno offeso da costoro, se l’avessi amati di meno. Mio Padre non vuole più sopportarli. Io vorrei cessare di amarli … (e qui Gesù si tacque e sospirava e dopo riprese), ma, ahimè! il mio Cuore è fatto per amare! Gli uomini vili e fiacchi non si fanno nessuna violenza per vincersi nelle tentazioni, che anzi si dilettano nelle loro iniquità”.
Queste erano le parole di Cristo, affidate a Padre Pio, che esprimevano tutta l’inquietudine per il rispetto che attendeva invano, soprattutto da parte di molti esponenti del clero.
“Le anime da me più predilette, messe alla prova, mi vengono meno; le deboli si abbandonano allo sgomento ed alla disperazione; le forti si vanno rilassando a poco a poco. Mi rimangono solo, di notte, di giorno, nelle chiese”.
E tutti noi, pertanto, potremmo fare, anche oggi, un mea culpa, quando dimentichiamo che sui nostri altari giace il Corpo di Cristo vivo, ma non ce ne curiamo.
“Non si curano più del Sacramento dell’altare; non si parla mai di questo Sacramento d’amore ed anche quelli che ne parlano, ahimè! con che indifferenza, con che freddezza”.
Dimentichiamo – forse – che Gesù ha disteso le sue braccia su una croce di legno, a cui venne appeso per i polsi, trafitti dai chiodi, per assicurarsi che noi venissimo riscattati dalla morte eterna? Dimentichiamo – forse – che il nostro Dio si rese uomo, pur di comprendere le nostre pene?
Ed ora che tutto è compiuto, dimentichiamo di poter ricevere lui stesso nel nostro cuore e di appoggiarci al suo petto ricolmo d’amore?
“Anche i miei Ministri, che io ho sempre riguardati con predilezione, che ho amati come la pupilla dell’occhio mio, essi dovrebbero confortare il mio cuore colmo di amarezze; essi dovrebbero aiutarmi nella redenzione delle anime, invece chi lo crederebbe? Da essi debbo ricevere ingratitudine e sconoscenze. Vedo, figlio mio, molti di costoro che … (qui si chetò, i singhiozzi gli strinsero la gola, pianse in silenzio) che sotto ipocrite sembianze, mi tradiscono con comunioni sacrileghe, calpestando i lumi e le forze che continuamente do a essi”.
Antonella Sanicanti
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