Gianna Jessen Miracolata: “tre volte sopravvissuta all’aborto salino”-Video

Gianna Jennen racconta com'è scampata all'aborto
Aborto

Ecco un video che, ormai, ha sei anni, ma ci piace riproporvelo, perché rappresenta la vittoria della vita sulla morte. La giovane donna che ne è protagonista ha una nota particolare sulla sua carta d’identità, su cui si legge “nata per aborto salino”.

Un paradosso, dunque, poiché è venuta alla luce, mentre stava per essere uccisa. I due diciassettenni che la concepirono, a più di 7 mesi di gravidanza, cercarono, infatti, di abortirla, con la tecnica dell’aborto salino.

Se l’aborto è di per se un oltraggio alla vita, forse pochi sanno che è anche un metodo crudele, inferto al feto che viene ucciso a “tappe”, con una serie di operazioni inumane. In particolare, l’aborto salino consiste nell’iniettare una soluzione nell’utero (salina, appunto), per accecare, prima, e ustionare, poi, il feto.

Lei, Gianna Jessen, sopravvisse a questa tortura e nacque viva e sana, poi fu data in adozione.

Ora, Gianna racconta la sua terribile storia e dice di aver perdonato i suoi genitori biologici. La sua forza d’animo, che è cresciuta con lei, le permette di sostenere altre donne, che vorrebbero lasciare il loro bambino nel dimenticatoio, cancellarlo, come se fosse un segno di matita riuscito male, su un foglio di carta.

Gianna Iessen si è definita la bambina di Dio, graziata dal Signore, ma duramente provata dal modo in cui ha vissuto la sua nascita. Oggi, lei risponde con amore, alla chiamata alla vita, a chi le ha fatto del male; oggi lei ringrazia Dio per essere in vita e si propone di aiutare altri a non rinunciare alla loro o a quella del loro bambino. Nonostante ciò, la sua sofferenza, quella stessa che, con enorme sforzo, Gianna trasforma in gioia, le sta sempre dinanzi: quel tentativo di aborto salino (eseguito per ben 3 volte, sul suo tenero corpicino) le causò un danno celebrale, che ancora oggi le ricorda quella brutalità.

Antonella Sanicanti

 

Gestione cookie