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I “Gigli” di un quartiere di Napoli e la zuppa di soffritto come buon auspicio

Un’antica storia popolare di Napoli, ci insegna che, per onorare la Santa Patrona, un quartiere si vestì a festa e cucinò un piatto particolare

photo web source: tripadvisor.com

Ad ogni Santo, ad ogni sua festa, può esser abbinata una ricetta culinaria o una tradizione popolare. Oggi analizziamo quella della festa collegata a Sant’Anna.

Barra e la festa dei Gigli

Siamo a Barra, periferia Est della città di Napoli, quartiere estremamente legato alla sua Santa patrona, Sant’Anna. La sua festa liturgica, onorata e festeggiata nel mese di luglio, vede sì la partecipazione di tutti i suoi fedeli devoti, ma non come dovrebbe essere. Una festa nel pieno del periodo estivo che tende (non per tutti, precisiamolo) ad esser messa in secondo piano, per lasciare spazio al riposo ed al mare.

Ma, per meglio onorarla, l’intera cittadinanza si riunisce intorno alla sua Santa l’ultima domenica di settembre, affiancando, a quella che è stata la festa liturgica di luglio, quella prettamente civile e pagana proprio di settembre.

I Gigli di Nola e di Barra

Quando parliamo dei “gigli” in Campania, immediatamente ci ricordiamo della festa di Nola, legata a San Paolino. Ma i Gigli non sono solo Nola, è anche Barra: trasportare questo enorme obelisco di legno in spalla, a ritmo di musica, con esibizioni difficili, ma anche più semplici. Si tratta di obelischi alti anche 120 metri, e le tracce della prima “festa dei Gigli” a Barra, dedicata a Sant’Anna, è datata 1822.

In quest’ultima domenica di settembre non c’è solo l’alzata del giglio, ma anche una tradizione culinaria ad essa dedicata: la zuppa di soffritto. Un piatto davvero corposo, che si consuma alla fine della fatica e del festeggiamento, adatto in particolare a coloro che hanno sopportato la fatica ed il peso dell’obelisco sulle loro spalle.

photo web source: vesuviolive.it

La ricetta della zuppa di soffritto

Siete curiosi di sapere come si prepara? Vediamo insieme.

Ingredienti

  • Passata di pomodoro 200 gr
  • Concentrato di pomodoro 50 gr
  • Interiora di maiale 800 gr
  • Aglio 1 spicchio
  • Olio evo
  • Peperoncino 1
  • Vino rosso 1 bicchiere
  • Rosmarino 1 manciata
  • Alloro 1 foglia
  • Sugna 50 gr

Iniziamo con il lavare per bene le interiora di maiale e a tagliarle a pezzettini. Mettiamole, poi, a bagno in acqua fredda e lasciamole lì per 2 ore. Dobbiamo avere cura di cambiare l’acqua ogni qual volta vediamo che la carne rilascia del sangue. Potremmo utilizzarla per il nostro piatto solo quando l’acqua stessa sarà pulita del tutto.

Dopo 2 ore, sciacquiamo per bene le nostre interiora. A parte, in una pentola, rosoliamo sugna, rosmarino, alloro, aglio, peperoncino e olio. Quando la pentola comincerà a “sfrigolare”, aggiungiamo le interiora e alziamo la fiamma.

Uniamo anche il vino rosso e, dopo che l’alcool sarà evaporato, uniamo la passata di pomodoro. Diluiamo, in un po’ d’acqua, il concentrato di pomodoro ed aggiungiamo anche lui in padella.

photo web source: ilmattino.it

Aggiustiamo di sale e facciamo cuocere per 1 ora, mescolando ogni tanto ed attendendo che il sugo si restringa.

Un piatto povero, ma ricco di gusto che, secondo la tradizione, si “mangiava” la sera stessa della festa dei Gigli di Barra, come segno di buon auspicio ed augurio per l’anno che verrà.

ROSALIA GIGLIANO

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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