Il 21 marzo 2024 ricorre la 29° giornata indetta per ricordare coloro che hanno lottato contro la malavita e per l’affermazione della legalità, fino a donare la vita per amore della giustizia e della verità.
Tante anche le vittime innocenti di guerre sanguinarie tra faide e clan. Oggi il loro ricordo è una memoria collettiva, è un riconoscimento di gratitudine verso questi valorosi uomini da parte dell’intera comunità che si unisce attorno alle loro famiglie.
La Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è oggi, 21 marzo.
Un momento molto particolare dove a parlare non sia solo il dolore ma anche e soprattutto il ricordo di chi ha donato la propria via per l’affermazione della legalità e della giustizia in ogni parte d’Italia. O di chi, anche, è stato ucciso anche se totalmente innocente ed estraneo, in faide tra fazioni opposte di clan o per scambi di persona.
Queste, e per tante altre motivazioni, oggi ricorre la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Una giornata riconosciuta e che, ogni anno, il 21 marzo, l’associazione “Libera”, fondata da don Luigi Ciotti pone all’attenzione di ciascuno di noi, con una manifestazione pubblica in una diversa città d’Italia.
La Giornata in ricordo delle vittime delle mafie
Quest’anno sarà la città di Roma ad ospitare la manifestazione con gli oltre 500 familiari delle vittime innocenti delle mafie in occasione di questa 29esima giornata. La scelta di rinnovare ogni anno, il primo giorno di primavera, questo ricordo, come segno indelebile e tangibile di rinascita, di rinnovare l’impegno anche di ciascuno di noi contro le mafie e le illegalità diffuse.
Non solo una giornata per ribellarsi e dire NO a tutto questo, ma anche per far sì che il ricordo non sia mai messo da parte ma sempre vivo. Un giorno dedicato a chi si ribella e a chi combatte ogni giorno contro i soprusi, contro l’indifferenza, contro le mafie che, sotto sotto, impoveriscono i nostri territori.
La Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie gode, anche, dell’alto patronato del Presidente della Repubblica. E questa mattina, il Presidente Mattarella ha espresso parole di incoraggiamento per chi porta avanti questa giornata così importante: “[…] Un giorno che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali. Quando difendiamo la dignità di essere cittadini liberi, quando ci ribelliamo alle violenze e alle ingiustizie, quando davanti ai soprusi non ci voltiamo dall’altra parte, contribuiamo alla lotta contro le mafie”.
Perché proprio il 21 marzo?
Uno dei momenti più toccanti di questa giornata, come dicevamo, ricordata con manifestazioni in ogni città d’Italia, è la lettura dei nomi di tutte le vittime delle mafie che, come ha specificato il Presidente Mattarella, “[…] è atto che ci ricongiunge a quanti hanno pagato con la vita la disumanità mafiosa e segno di vicinanza alle loro famiglie e, al contempo, espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia”.
Quello che ci domandiamo è: perché la scelta del 21 marzo? Il tutto si ricongiunge al primo anniversario della strage di Capaci, al dolore della madre di Antonino Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone, morto insieme al magistrato. Carmela, questo è il nome della madre di Antonino, così diceva: “Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri” – racconta il sito dell’associazione “Libera”.
In quell’anniversario, infatti, Antonino, Vito e Rocco venivano descritti e ricordati semplicemente come “i ragazzi della scorta” e nulla più. Il dolore di una mamma, l’ascolto da parte di don Luigi Ciotti e la scelta di quel 21 marzo, primo giorno di primavera, per ricordare ad una ad una, nominandole, tutte le vittime innocenti delle mafie.
Il dolore di una mamma, le sue parole hanno svegliato ancora di più le coscienze. E da 29 anni, tutti gli anni, di questo giorno, tutte ma proprio tutte le vittime vengono nominate. Un elenco che, purtroppo, ogni anno si arricchisce.
Sacerdoti e beati tra le vittime delle mafie
Non solo di nomi “più conosciuti” come quello di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, ma anche il Beato Rosario Livatino, ma anche di Don Pino Puglisi, di don Peppe Diana. Un elenco lungo, che vede presenti anche i giovani Francesco Pio Maimone, Ciro Colonna, Maikol Russo, Annalisa Durante, Felice De Martino…
Il Beato Rosario Livatino venne ucciso il 21 settembre 1990 sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento in corrispondenza del viadotto Gasena (in territorio di Agrigento) mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina.
Don Pino Puglisi, invece, è stato ucciso il 15 settembre del 1993, giorno del suo compleanno. Fu assassinato dal mafioso Salvatore Grigoli, su ordine dei boss Filippo e Giuseppe Graviano, boss del quartiere Brancaccio a Palermo.
Don Peppe Diana (di cui abbiamo ricordato il trentennale della sua morte proprio il 19 marzo) è stato ucciso nel 1994 nella sacrestia della sua parrocchia a Casal di Principe, in provincia di Caserta, da 4 colpi di pistola sparati da un killer poco più che trentenne.
Per ognuno innalziamo una preghiera al Signore perché ciascuno di loro sia accolto nella sua gloria e non venga mai dimenticato.
Ecco l’elenco di tutte le vittime innocenti delle mafie:
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