Il 20 novembre si festeggia la Giornata mondiale dell’Infanzia, istituita nel 1954 come “Giornata universale del bambino” per proteggere quanto di più prezioso esista.
La giornata viene celebrata ogni anno il 20 Novembre per promuovere la solidarietà e la sensibilizzazione in tutto il mondo sul tema dei bambini, al fine di dare il via ad un cambiamento concreto nella direzione del miglioramento del loro benessere.
Giornata mondiale dell’Infanzia: cos’è e come è nata
Nella stessa data del 1959, inoltre, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha promulgato la Dichiarazione dei Diritti del Bambino. Fino ad adottare la Convenzione sui diritti del fanciullo nel 1989. Tuttavia, ancora oggi purtroppo la situazione non è affatto rosea.
L’unicef infatti spiega che “ogni anno milioni di bambini sono vittime di violenze taciute“. “In ogni Paese, cultura e a ogni livello sociale i bambini subiscono varie forme di abuso, abbandono, sfruttamento e violenza”, afferma l’associazione.
Punizioni, abusi, violenze: bisogna fare luce sui drammi dei bambini
Abusi che purtroppo “possono essere perpetrati nelle case, nelle scuole, nelle istituzioni, al lavoro, nelle comunità, durante i conflitti armati e i disastri naturali”. Come tristemente noto, infatti, ancora oggi esistono molti Paesi in cui “le punizioni corporali e gli abusi sessuali sono ancora ancora pratiche di violenza contro i bambini legali e socialmente approvate”.
Violenza che può manifestarsi in diverse maniere. “Sfruttamento e abuso, tratta, punizioni corporali umilianti, reclutamento nelle forze armate e pratiche tradizionali dannose”, spiega l’associazione. Tra queste, il matrimonio precoce e la mutilazione genitale.
Giornata mondiale dell’Infanzia, lo psicologo: perché è importante
“Crescere subendo violenza e abusi condiziona pesantemente lo sviluppo, la dignità e l’integrità fisica e psicologica di un bambino”, ha spiegato a Interris.it il dottor Paolo Grampa, psicologo e psicoterapeuta esperto di psicologia infantile e adolescenziale.
Sono tanti i temi che infatti gettano in situazione di forte disagio e sofferenza tanti bambini in tutto il pianeta. Uno di questi, ad esempio, è lo sfruttamento del lavoro minorile. “È nei primi anni di vita che un essere umano si costituisce come persona, modellando attraverso le proprie esperienze non solo il carattere e la personalità, ma anche il suo mondo affettivo e relazionale”, ha spiegato infatti lo psicologo.
Il bisogno per ogni bambino del mondo di vivere la propria infanzia
L’infanzia infatti deve essere vissuta nella gioia e nella spensieratezza, in caso contrario ogni bimbo viene derubato della sua vita di bambino. Il che è inaccettabile, a ogni latitudine. “Le ripercussioni nel corso della vita sono innumerevoli, poiché un’infanzia negata non può che generare un’adultità altrettanto negata”, spiega lo psicologo.
“Sicuramente avere un’infanzia caratterizzata da sfruttamenti risulta un fattore di rischio importante per l’insorgenza di patologie psichiche, patologie organiche e difficoltà di adattamento alla vita”, prosegue. Una “predisposizione” che magari “non è una previsione certa, ma piuttosto una possibilità probabile”.
Il tema della violenza domestica che segna la vita dei piccoli
Senza pensare al tema della “violenza domestica, che sempre di più dilaga in alcune famiglie. Vivere momenti di violenza in casa, gesti di violenza da parte del padre nei confronti della madre, influisce sulla mente dei bambini“. Il punto è che “la violenza assistita impatta sulla mente dei bambini in maniera massiccia, tanto quanto quella diretta”.
Così accade che, al seguito di queste situazioni, nei “bambini si registra spesso nell’immediato la sensazione di essere cattivi, colpevoli e impotenti. Si imputano un senso di responsabilità eccessivo rispetto alle reali possibilità che hanno di intervenire per fermare le brutalità”.
“La violenza impatta sulla mente dei bambini in maniera massiccia”
Lo psicologo, entrando infine nel dettaglio di questo delicatissimo argomento, ha aggiunto che “la violenza assistita impatta sulla mente dei bambini in maniera massiccia, tanto quanto quella diretta”.
“In questi bambini si registra spesso nell’immediato la sensazione di essere cattivi, colpevoli e impotenti. Si imputano un senso di responsabilità eccessivo rispetto alle reali possibilità che hanno di intervenire per fermare le brutalità”.
Giornata mondiale dell’Infanzia: l’umanità si liberi dalle catene del male
Per questo è oggi più che mai necessario fare luce e portare all’attenzione e questo genere di tematiche. Affinché l’umanità si ravveda e possa vivere finalmente libera da certi drammi che da sempre la legano alla sofferenza e peccato come da catene invisibili e malvagie. Di tutto ciò, c’è bisogno che l’umanità cammini sempre più nella luce di Cristo per riconoscere che solo l’Amore è la strada che salva l’umanità dal male e dagli inferi.
Insomma, oggi come oggi, ancora più in un momento di difficoltà come quello del Coronavirus, è importante ascoltare i bambini.
Nei bambini c’è il riflesso del Regno dei Cieli
“L’invito ai genitori – conclude lo psicologo – è di non preoccuparsi se non hanno la risposta corretta a una domanda di loro figlio, perché possono sempre fornire una possibilità preziosa: mettersi insieme a loro alla ricerca di una risposta ancora misteriosa e da costruire”.
Infatti, come scritto nel Vangelo di Matteo 18-1,5: “In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me“.
Giovanni Bernardi
Fonte: Interris