Un giovane marchigiano ha un brutto incidente e finisce in coma profondo. Tutto sembrava perduto. A un certo punto accade quello che nessuno si aspettava: c’era la mano di Padre Pio su di lui.
Le parole sul referto del giovane, a un mese dall’incidente, sono incredibilmente sorprendenti anche per gli stessi medici.
Un gravissimo incidente in scooter coinvolge il giovane Abramo, allora sedicenne di Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino, venne subito portato con il 118 all’ospedale nel reparto di rianimazione. Al momento dell’impatto stava soffocando, e un uomo sul posto gli fece la manovra che gli permise di respirare, spiega il giovane a La Luce di Maria. Dopo l’incidente, il ragazzo è stato portato subito all’ospedale di Urbino in gravissime condizioni.
Il grave incidente durante una gara
Tutto avviene durante una “gara” tra scooter, in una strada fuori fuori dal centro della cittadina. Uno dei due partecipanti colpì il giovane, che si trovava su un altro veicolo, quasi fermo, al lato della strada. Dopo che lo portarono in rianimazione all’Ospedale di Urbino, i genitori vennero subito avvisati. Il gelo calò nel loro animo. I medici hanno visto che era grave ed è entrato subito in coma. La diagnosi è spietata. “Frattura completa dell’occipitale, con vari focolai in tutto l’encefalo”, e subito il medico spiegò la gravità della situazione e la difficoltà che avrebbe avuto nel superare quel momento. L’unica speranza era riposta nella forza del suo fisico giovane. Subito nella madre del ragazzo è scattato il meccanismo della preghiera.
Al momento dell’incidente nel giugno 2002, il giovane aveva 16 anni. La madre a Urbino non poteva entrare dentro il reparto di rianimazione, e chiamò subito la sorella di Abramo, Patrizia, per dirle di andare di corsa nel vicino convento dei Cappuccini per chiedere preghiere ai frati per il figlio. Padre Maurizio, che oggi ha 96 anni e allora era padre spirituale dei gruppi di preghiera di Padre Pio di Cagli, rispose subito alla chiamata della giovane che è arrivata al convento piangendo. “Cosa è successo?”, le chiese il frate, annotando qualcosa su un foglietto. “Non ti preoccupare, e dì a tua madre di stare tranquilla, vedrai che Padre Pio lo aiuterà”, fu la risposta lapidaria del religioso, che consegnò un santino del Frate di Pietrelcina alla ragazza.
“Perché mi mandi sempre un frate?”
Nei giorni di coma, la madre non si mosse mai dalla sala di attesa della rianimazione. Non si poteva stare, ma lei insistette dicendo che non si sarebbe mossa, allora gli hanno concesso di fermarsi in quel luogo dopo avere firmato una liberatoria. Dopo che la sorella riferì le parole del frate, la madre pregò sempre più insistentemente Padre Pio. Il primario disse alla donna che il giovane stava per essere trasferito ad Ancona per un intervento, perché lì non si riuscivano ad avere miglioramenti. “Vada a vedere lei di persona”, disse il medico alla madre. Il ragazzo non dava segni di vita, non aveva ancora preso segni di coscienza e non era migliorato. Non appena la madre riuscì ad entrare nella stanza lo sollecitò e lo vide aprire un occhio.
“Mamma, è un po’ che ti chiamo, perché non mi rispondi”, disse il ragazzo alla donna, che rimase di stucco. Presa dall’agitazione, non fece trasparire le sue emozioni. “Non ti preoccupare, io sono sempre qui”, disse la donna, evidentemente emozionata e non sapendo cosa rispondere in un primo momento. La domanda successiva del ragazzo la sconvolse ancora più. “Mamma, perché la sera mi mandi sempre in questa stanza un frate? Lui vuole pregare, insiste con la preghiera, ma io non ce la faccio”. A quel punto la donna restò gelata.
“Siccome lui era lucido, io ho pensato subito a un fatto soprannaturale”, raccontò la donna, che risposte: “Non ti preoccupare, anche se non vuoi pregare tu stai tranquillo, i frati vengono e si fanno vedere”. Subito si recò dal primario per avvisarlo che il figlio era sveglio. “Signora è impossibile, siamo passati pochi minuti fa ed era ancora in stato comatoso.“No no, mio figlio è vigile, abbiamo parlato!”. Il giovane aveva visto, durante il coma, questo frate che si recava da lui in visita. Lui racconta che vedeva la scena come se fosse sveglio e vigile, mentre ancora era in coma. Ma vedeva quella persona, come se fosse di fronte a lui.
La tac non mostrava più nulla
Il quadro era ancora grave, ma il fatto che avesse ripreso conoscenza era un buon segno. In quelle visioni, il giovane diceva al frate di non riuscire a pregare. Poi si svegliò fisicamente dal coma. Ma non sapeva però chi fosse quello frate che lui aveva incontrato in continuazione, durante il coma. La madre non aveva capito si riferisse subito a Padre Pio, perché il giovane conosceva la sua foto da anziano, presente nella loro casa. Giorni dopo, tuttavia, vedendo il santino donato da Padre Maurizio a Patrizia, esclamò :“Era lui il frate che veniva a trovarmi in ospedale”. Nell’immagine c’era ritratto Padre Pio da giovane.
Il ragazzo era stato a San Giovanni Rotondo con i genitori, che erano devoti a Padre Pio, ma non conosceva l’aspetto del Santo frate da giovane. Al controllo della Tac un mese dopo le dimissioni, la madre andò a parlare nuovamente con i medici. “Signora, io so cosa ha avuto suo figlio, e quanto sia stato grave l’incidente... ma se oggi arriva un esterno a leggere la tac non vede più assolutamente nulla”, fu la risposta del neuro radiologo. “Quando sono tornato a casa ero lucido, appena sveglio riuscivo a rispondere ad ogni domanda” racconta lui oggi, a distanza di tempo da quell’evento che cambiò la sua vita per sempre.
Abramo in pochi anni successivi a quell’evento ha cominciato a sviluppare una fede sempre più grande, e in particolare dopo un secondo momento di malattia della mamma stessa. Da allora ha cominciato a pregare con insistenza il Rosario, a partecipare alla Santa Messa e prendere l’Eucarestia ogni giorno, tutti i giorni. Da una “bravata” di gioventù, che poteva finire incredibilmente male, una forte rinascita nella fede. Con la consapevolezza che il Frate di Pietrelcina continua ad operare davvero grandi miracoli.