Nella seconda lettera della Messa del giorno, San Paolo ci ricorda la figura e soprattutto il compito di Giovanni il Battista – oggi è la sua festa – che aveva predicato un battesimo di conversione del cuore a tutto il popolo d’Israele. E quando stava per concludere la sua missione disse: ”Viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. Quanta umiltà nelle sue parole, questo riconoscersi piccolo di fronte al Cristo di cui lui è solo il precursore. Eppure Gesù lo definirà il più grande tra i nati di donna. Giovanni è stato grande perché non ha cercato la propria gloria ma solo quella del Signore. Il profeta è colui che annuncia Qualcuno di più grande che verrà dopo di lui, e non cerca di emergere. E Giovanni questa missione l’ha adempiuta appieno, infatti ha cercato in tutto e per tutto di diminuire sempre più, con i suoi insegnamenti e col suo esempio di vita: un uomo austero, esigente prima di tutto con se stesso che vestiva con peli di cammello, che si nutriva di cavallette e miele selvatico. Era un personaggio scomodo, soprattutto per i poteri forti dell’epoca perché denunciava ciò che non era lecito, e invitava ad una conversione vera, sincera della propria vita, ad un cambiamento interiore serio, che costa fatica, rinuncia, che ci esorta a tagliare con le cattive abitudini, i nostri egoismi, i sentimenti di sopraffazione sugli altri, la sete di prestigio, insomma tutto ciò che non è conforme alla volontà di Dio. Non può non saltare agli occhi questa particolare coincidenza: le apparizioni della Madonna a Medjugorje sono iniziate proprio il giorno della festa del Battista, il 24 giugno 1981. C‘è uno stretto legame fra le due figure: Maria come Giovanni non porta a se stessa, ma a Gesù. L’unico scopo della sua lunga presenza in mezzo a noi, è invitarci alla conversione del cuore, condurci a suo Figlio e quindi alla Salvezza. Maria è la Regina dei Profeti, e come Giovanni ha preannunciato la venuta del Signore, così oggi Lei preannuncia il Suo ritorno. Maria come Giovanni è umile, anzi Lei è la più di tutte le creature, per questo Dio l’ha innalzata, l’ha fatta corredentrice dell’umanità. E’ proprio il suo farsi piccola piccola, che l’ha resa immensa. Tutti e due aprono la strada all’arrivo di Gesù. Ma lo sappiamo che la storia si ripete, e come è accaduto più di duemila anni fa, anche oggi, moltissimi non credono alle parole della Madre di Gesù, rimangono sordi, e ciechi di cuore; e altrettanti preferiscono cercare segni esteriori, fenomenali, piuttosto che mettersi in discussione, rimboccarsi le maniche e iniziare un lavoro su se stessi. C’è inoltre un’altra peculiarità che li lega: sono gli unici due di cui la liturgia ricorda la nascita terrena e la nascita in Cielo. La Madonna come Giovanni il Battista vuole aiutare le persone a fare l’esperienza dell’amore di Dio, viverlo, custodirlo; preparare le anime alla vita eterna, che non è fantasia, immaginazione, ma una promessa che il Signore ci ha fatto, Lui il Risorto, il figlio del Dio vivente; e ce la giochiamo già ora, qui sulla Terra, e su cui vale la pena scommettere tutto. Nella seconda lettera della Messa del giorno, San Paolo ci ricorda la figura e soprattutto il compito di Giovanni il Battista – oggi è la sua festa – che aveva predicato un battesimo di conversione del cuore a tutto il popolo d’Israele. E quando stava per concludere la sua missione disse: ”Viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. Quanta umiltà nelle sue parole, questo riconoscersi piccolo di fronte al Cristo di cui lui è solo il precursore. Eppure Gesù lo definirà il più grande tra i nati di donna. Giovanni è stato grande perché non ha cercato la propria gloria ma solo quella del Signore. Il profeta è colui che annuncia Qualcuno di più grande che verrà dopo di lui, e non cerca di emergere. E Giovanni questa missione l’ha adempiuta appieno, infatti ha cercato in tutto e per tutto di diminuire sempre più, con i suoi insegnamenti e col suo esempio di vita: un uomo austero, esigente prima di tutto con se stesso che vestiva con peli di cammello, che si nutriva di cavallette e miele selvatico. Era un personaggio scomodo, soprattutto per i poteri forti dell’epoca perché denunciava ciò che non era lecito, e invitava ad una conversione vera, sincera della propria vita, ad un cambiamento interiore serio, che costa fatica, rinuncia, che ci esorta a tagliare con le cattive abitudini, i nostri egoismi, i sentimenti di sopraffazione sugli altri, la sete di prestigio, insomma tutto ciò che non è conforme alla volontà di Dio. Non può non saltare agli occhi questa particolare coincidenza: le apparizioni della Madonna a Medjugorje sono iniziate proprio il giorno della festa del Battista, il 24 giugno 1981. C‘è uno stretto legame fra le due figure: Maria come Giovanni non porta a se stessa, ma a Gesù. L’unico scopo della sua lunga presenza in mezzo a noi, è invitarci alla conversione del cuore, condurci a suo Figlio e quindi alla Salvezza. Maria è la Regina dei Profeti, e come Giovanni ha preannunciato la venuta del Signore, così oggi Lei preannuncia il Suo ritorno. Maria come Giovanni è umile, anzi Lei è la più di tutte le creature, per questo Dio l’ha innalzata, l’ha fatta corredentrice dell’umanità. E’ proprio il suo farsi piccola piccola, che l’ha resa immensa. Tutti e due aprono la strada all’arrivo di Gesù. Ma lo sappiamo che la storia si ripete, e come è accaduto più di duemila anni fa, anche oggi, moltissimi non credono alle parole della Madre di Gesù, rimangono sordi, e ciechi di cuore; e altrettanti preferiscono cercare segni esteriori, fenomenali, piuttosto che mettersi in discussione, rimboccarsi le maniche e iniziare un lavoro su se stessi. C’è inoltre un’altra peculiarità che li lega: sono gli unici due di cui la liturgia ricorda la nascita terrena e la nascita in Cielo. La Madonna come Giovanni il Battista vuole aiutare le persone a fare l’esperienza dell’amore di Dio, viverlo, custodirlo; preparare le anime alla vita eterna, che non è fantasia, immaginazione, ma una promessa che il Signore ci ha fatto, Lui il Risorto, il figlio del Dio vivente; e ce la giochiamo già ora, qui sulla Terra, e su cui vale la pena scommettere tutto.
Simona Amabene della costola rosa