Da tempo è nell’aria, ora è arrivata la prova definitiva. Anche San Giovanni Paolo II è finito nel mirino dei progressisti, che puntano a metterne in dubbio la santità.
Dopo averne attaccato il magistero pontificio punto per punto, un articolo comparso sul New York Times afferma che il Santo polacco sarebbe stato canonizzato con troppa fretta.
Il primo ad attaccarlo era stato il realtà il quotidiano cattolico progressista National Catholic Reporter. Il quotidiano pochi giorni fa ha invitato i vescovi americani ad abolire il culto di Giovanni Paolo II. Da lì è partito il tam-tam di opinionisti, spesso atei o con una visione tutta personale della fede cattolica, contro Wojtyla.
Il suo errore sarebbe stato quello di avere nominato McCarrick, il porporato reso allo stato laico da Papa Francesco per reiterati abusi su seminaristi e non solo durati decenni, arcivescovo di Washington nel 2000, e cardinale l’anno seguente.
L’accusa sarebbe che la carriera del porporato americano sia cresciuta con il pontificato di Karol Wojtyla. E che di conseguenza il santo polacco avrebbe così “messo a rischio bambini e giovani adulti nell’arcidiocesi di Washington e in tutto il mondo”.
“Oggi dopo più di un decennio di dubbi, la reputazione di Giovanni Paolo II è caduta sotto la nuvola più oscura”, scrive l’editoriale in questione del New York Times. Che ha subito avuto un grande risalto a livello internazionale. “Dopo che lo stesso Vaticano si è precipitato a canonizzarlo, ha pubblicato questa settimana uno straordinario rapporto che ha posto ai piedi del santo la colpa dell’avanzamento di carriera del cardinale”.
La realtà, però, è ben lontana da quanto viene malignamente sostenuto. Come è ben noto, la nomina fu indotta da due consiglieri di fiducia del Papa. E lo stesso McCarrick, come si spiega nel Rapporto reso pubblico dal Vaticano pochi giorni fa, mentì spudoratamente di fronte al Papa polacco. Non mancando di screditarlo allo spalle quando poteva. Come fece poi anche con Benedetto XVI.
McCarrick giurò al Pontefice di non avere mai commesso abusi. Un dato che gli accusatori americani sembrano però omettere. In quell’occasione l’americano scrisse a Stanislao Dwisz, braccio destro di Wojtyla: “Nei settanta anni della mia vita non ho mai avuto rapporti sessuali con alcuna persona, maschio o femmina, giovane o vecchio, chierico o laico, né ho mai abusato di un’altra persona o l’ho trattata con mancanza di rispetto”.
Una vera e propria bugia. Un raggiro in tutto e per tutti con il quale l’ex porporato è riuscito a ingannare il Vaticano e Giovanni Paolo II. La verità che emerge, quindi, è che l’unica colpa del santo papa polacco è quella di essersi fidato troppo del porporato con strette frequentazioni con l’amministrazione Barack Obama-Joe Biden.
L’accusa è quindi nient’altro che un riflesso del clima culturale che purtroppo stiamo vivendo ormai da anni. In Polonia, tanto per fare un esempio, il cattolicesimo subisce attacchi continui da parte di un certo mondo di élite progressiste e globaliste. Non a caso, perché la patria di Wojtyla rappresenta uno degli ultimi baluardi conservatori del pianeta, in difesa della fede nella società.
Molti infatti intravedono dietro questo sguaiato attacco un disegno ben preciso ai danni del cattolicesimo polacco, uno dei pochi baluardi conservatori rimasti a livello internazionale in difesa della fede. La lotta di San Giovanni Paolo II in difesa dell’identità e delle radici cristiane viene infatti notoriamente considerata dal mondo progressista qualcosa di poco moderna. Insomma, fuori dalla storia.
Il pensiero di Wojtyla su temi come aborto, eutanasia, omosessualità, e per non parlare dell’Islam o del comunismo, per molti è infatti ben più che politicamente scorrette. Va contro i piani di molti potentati internazionali, che puntano ad affondare i loro artigli sull’intero pianeta e sul futuro dell’umanità. Così si punta a fare fuori persino la sua memoria, infangandone la santità.
D’altronde non si tratta del primo attacco a Giovanni Paolo II e di certo non sarà nemmeno l’ultimo. Come ha spiegato il postulatore della sua causa di canonizzazione, Slawomir Oder, “se uno legge il Rapporto in maniera onesta e intelligente è evidente che la figura di Giovanni Paolo II ne esce limpida“.
Giovanni Bernardi
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