Vivere lo shopping natalizio con i consigli di san Giovanni Paolo II: la sua guida per i consumatori è sempre attuale e ci orienta nella direzione giusta.
È tempo di shopping natalizio e, si sa, spesso ci si fa coinvolgere dal mood consumistico che pervade ogni ambito. A venire in aiuto però sono i consigli di san Giovanni Paolo II rivolti ai consumatori.
Possiamo dedurli dalla sua enciclica Centesimus Annus, in cui il Santo Padre ha ampiamente riflettuto sul consumismo e sul comportamento cristiano da adottare di fronte ad esso. È una guida preziosa per orientare il nostro atteggiamento e seguendo i suoi santi insegnamenti non cadere nella tentazione di un consumo frivolo, ma puntare a ciò che davvero conta.
Nell’enciclica il santo pontefice analizza i modi in cui la società usa il suo denaro e ci mostra quali sono le nostre priorità. La visione personalista del pensiero di papa Wojtyla riveste anche il campo specifico che riguarda il modo di spendere il denaro ed è quello più autenticamente cristiano.
Nella Centesimus Annus si legge che “Una data cultura rivela la sua comprensione complessiva della vita attraverso le scelte che fa nella produzione e nel consumo. È qui che nasce il fenomeno del consumismo”.
Le scelte che facciamo sono qualcosa di estremamente importante e non trascurabile, quindi. Giovanni Paolo II esortava a orientarsi verso gli acquisti tenendo conto della persona umana nella sua interezza, di corpo e anima insieme, dunque.
Il principio che deve essere al centro è che “bisogna lasciarsi guidare da una visione globale dell’uomo, che rispetti tutte le dimensioni del suo essere e che subordini le sue dimensioni materiali e istintive a quelle interiori e spirituali“.
Il Santo Padre invitava a riflettere sul fatto che ad ogni acquisto quindi si sceglie di operare in una direzione. Non condannava assolutamente un sano desiderio di avere cose materiali, ma poneva l’accento sulla necessità di puntare e concentrarsi sul “vero”, sul “buono” e sul “bello”.
Un passo dell’enciclica illustra chiaramente verso cosa bisogna orientare l’interesse. “Non è sbagliato voler vivere meglio; è sbagliato uno stile di vita che si presume migliore quando è orientato all’«avere» piuttosto che all’«essere», e che vuole avere di più, non per essere di più, ma per trascorrere la vita nel godimento fine a se stesso. È pertanto necessario creare stili di vita in cui la ricerca della verità, della bellezza, del bene e la comunione con gli altri per la crescita comune siano i fattori che determinano le scelte di consumo, di risparmio e di investimento”.
Niente avidità, quindi, nessun atteggiamento di esaltazione del lusso o di un bello fine a se stesso e vuoto di significato. Tantomeno bisogna cercare negli acquisti un modo per conquistare gli altri abbagliandoli con quanto è superficiale e vacuo.
Ogni acquisto, e di conseguenza ogni regalo che si fa a Natale, ha un effetto non solo sulla propria anima, ma anche su tutti coloro che sono coinvolti in quel regalo, in primis chi lo riceve e chi sta attorno. È fondamentale perciò pensare che dietro ogni acquisto e regalo ci deve essere un messaggio di vero bene, qualcosa che possa favorire la promozione del bene comune senza dimenticare, il fine più importante, la ricerca della santità.
A guidare gli acquisti, in fin dei conti, deve essere principalmente l’amore, strettamente legato alla fede, per cui Dio non può esser tralasciato, ma deve esser messo in primo piano anche in queste azioni. Se si è indecisi su cosa comprare e quanto spendere, una buona preghiera allo Spirito Santo affinché guidi anche questa azione è sicuramente un’ottima cosa da fare.
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