Come Papa Giovanni Paolo II ha trasformato la nostra storia di fede? Ne troviamo traccia nei tanti scritti che ci ha lasciato.
Il Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II, ha parlato al cuore di tutti: dei bambini, come degli anziani; della gente comune, come dei potenti della Terra, fino a raggiungere i posti più remoti e dimenticati del pianeta. Le sue parole, ancora oggi e speriamo per i secoli a venire, fanno eco, rimbalzando tra i popoli di ogni razza, per illuminare i pensieri ancora bui della nostra storia umana.
In una delle sue Encicliche, la “Ecclesia de Eucharistia”, parlò alle persone consacrate e ai laici del Mistero dell’Eucarestia, del Cristo che, sull’altare di ogni Chiesa, si fa Corpo e Sangue per noi. Nutrirsi di Cristo ci rende partecipi di quel Mistero che rinnova costantemente la sua Passione e la sua risurrezione. Con Cristo, infatti, anche noi risorgiamo e ci risolleviamo dalla nostra condizione umana e precaria, in attesa della vita senza fine. Questo il vero senso della partecipazione alla Santa Messa.
Giovanni Paolo II: Lettera Enciclica “Ecclesia de Eucharistia”
“Rivediamo Gesù che esce dal Cenacolo, scende con i discepoli per attraversare il torrente Cedron e giungere all’Orto degli Ulivi. In quell’Orto, vi sono ancor oggi alcuni alberi di ulivo molto antichi. Forse furono testimoni di quanto avvenne alla loro ombra quella sera, quando Cristo in preghiera provò un’angoscia mortale « e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra » (Lc 22,44).
Il sangue, che aveva poco prima consegnato alla Chiesa come bevanda di salvezza nel Sacramento eucaristico, cominciava ad essere versato; la sua effusione si sarebbe poi compiuta sul Golgota, divenendo lo strumento della nostra redenzione: « Cristo […] venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, […], entrò una volta per sempre nel santuario non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue, dopo averci ottenuto una redenzione eterna » (Eb 9,11- 12)“.
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Antonella Sanicanti
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