Giovanni Paolo II e l’Incarnazione: un atto d’amore senza tempo

L’Incarnazione, nella visione di Giovanni Paolo II, è sempre stata considerata come il cuore della storia dell’uomo: il momento in cui Dio ha offerto come dono agli uomini la sua vera dimensione. Attraverso il Cristo, Dio si è fatto vicino, portando amore, libertà e misericordia, in un’ottica di salvezza.

Giovanni Paolo II Incarnazione
Giovanni Paolo II ci offre la sua visione sull’Incarnazione – LalucediMaria

Quella di Giovanni Paolo II sul tema dell’Incarnazione di Dio attraverso il Cristo è una delle riflessioni più profonde e simbolicamente rilevanti della sua esperienza. Molti, in realtà, sono i momenti di riflessione dell’allora Pontefice, ma quella in merito all’Incarnazione ricopre un ruolo quanto meno centrale. Karol Wojtyla, attraverso il suo profondo e prezioso linguaggio, ha messo in luce come attraverso Gesù, Dio abbia offerto all’umanità quella vera dimensione che aveva voluto fin dall’inizio per l’uomo. Quello di Dio è un dono definitivo, che si radica nel suo eterno amore e nella sua misericordia. Nella visione di Giovanni Paolo II, l’Incarnazione non è un semplice “fatto storico”. Si tratta, piuttosto, del compimento di un definitivo disegno divino che si fa vivo nella storia dell’umanità tutta. Allora, proprio attraverso questo passaggio storico, ma epocale, il divino entra nella dimensione umana: Dio si fa Egli stesso uomo.

Giovanni Paolo II: il suo pensiero sull’Incarnazione

L’atto di cui ci parla Wojtyla, realizzato da Gesù che si fa uomo per l’umanità, offre alla vita umana un valore e una dignità che mai aveva conosciuto prima. Questi sono aspetti che superano di gran lunga la dimensione che l’uomo aveva sempre vissuto fino al momento dell’Incarnazione. Le parole del Pontefice si contestualizzano all’interno dell’enciclica Redemptor Hominis e ci offrono il prezioso insegnamento: “Attraverso l’Incarnazione Dio ha dato alla vita umana quella dimensione che intendeva dare all’uomo sin dal suo primo inizio, e l’ha data in maniera definitiva nel modo peculiare a Lui solo, secondo il suo eterno amore e la sua misericordia, con tutta la divina libertà” (fonte: Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis). Attraverso l’Incarnazione, dunque, capiamo come l’uomo non sia frutto del caso, ma sia inserito in un progetto divino e d’amore che lo richiama alla piena realizzazione di sé.

L’amore misericordioso di Dio

Tra gli aspetti più significativi del pensiero del Papa vi è il legame tra la libertà divina e l’amore misericordioso di Dio. Attraverso il Cristo, Dio si è fatto uomo per libera scelta d’amore. Questo cambia radicalmente quella che è la prospettiva tra uomo e Dio. In tal senso, ci insegna Wojtyla, Dio non è più una realtà distante e in qualche modo inaccessibile. Piuttosto, Dio è un Padre che si fa vicino a noi, condividendo (e questo è un aspetto che il Pontefice ha sempre sottolineato) gioie e sofferenze dell’umanità. Il messaggio di Giovanni Paolo II sul tema dell’Incarnazione risuona con molta forza ed è, ancora oggi, molto attuale. L’Incarnazione diventa, in questo senso, la chiave per poter comprendere non solo il fulcro della fede cristiana, ma anche, in chiave più generale, il senso profondo del genere umano, che è strettamente legato a Dio e al Cristo incarnato. Non dobbiamo dunque pensare all’Incarnazione come qualcosa di astratto, ma come una realtà concreta che trasforma l’intera esistenza del genere umano.

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