Era il 9 Maggio del 1993, a pochi mesi dall’uccisione di Falcone e Borsellino e di tantissime “stragi di innocenti”, quando Papa Giovanni Paolo II affrontò la Mafia.
Agrigento – Valle dei Templi, domenica 9 Maggio 1993.
L’omelia di Papa Giovanni Paolo II, li in visita pastorale, parla di Dio, rivelato attraverso il figlio Gesù. “ Quando l’uomo si apre alla fede, sperimenta che l’egoismo è sostituito dall’altruismo, l’odio dall’amore, la vendetta dal perdono, la cupidigia dal servizio amorevole, l’egoismo e l’individualismo dalla solidarietà, la divisione dalla concordia – così come è chiamato questo antico tempio vicino ad Agrigento – la violenza dalla misericordia”.
Poi, al termine della Messa, dopo la benedizione finale, stupisce e commuove tutti, come solo lui sapeva fare. Parla a braccio, ancora al popolo siciliano, pronunciando quelle parole contro la Mafia che, ancora oggi, fanno eco:
“Carissimi, vi auguro, come ha detto il diacono, di andare in pace: di andare in pace di trovare la pace nella vostra terra.
Carissimi, non si dimentica facilmente una tale celebrazione, in questa Valle, sullo sfondo dei templi: templi provenienti dal periodo greco che esprimono questa grande cultura e questa grande arte ed anche questa religiosità, i templi che sono testimoni oggi della nostra celebrazione eucaristica. E uno ha avuto nome di “Concordia”: ecco, sia questo nome emblematico, sia profetico. Che sia concordia in questa vostra terra! Concordia senza morti, senza assassinati, senza paure, senza minacce, senza vittime! Che sia concordia!
Questa concordia, questa pace a cui aspira ogni popolo e ogni persona umana e ogni famiglia! Dopo tanti tempi di sofferenze avete finalmente un diritto a vivere nella pace. E questi che sono colpevoli di disturbare questa pace, questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, devono capire, devono capire che non si permette uccidere innocenti! Dio ha detto una volta: “Non uccidere”: non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, Mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio!
Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte. Qui ci vuole civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!”.
Il popolo applaude ammirato. Otteneva finalmente un riscatto dall’omertoso silenzio, che spesso uccide quanto la violenza.
Antonella Sanicanti
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