Un santo già in vita, al suo funerale acclamavano “Santo Subito”. Ma sono stati gli ultimi giorni della sua vita, che hanno portato in molti a raccontare cosa sia successo di molto particolare. Uno di questi è il Card. Comastri.
Tante sono le parole ed i racconti che si sono spesi, nel corso di questi anni, intorno alla figura di questo grande Santo del nostro secolo. Uno dei pochi casi per cui la Chiesa ha riconosciuto le sue virtù eroiche e, nel giro, anche i miracoli che l’hanno portato prima alla Beatificazione e poi alla santità.
Oggi ricorre il 17esimo anniversario dalla salita al cielo di uno dei più grandi Papi della storia della Chiesa, e non solo, del 1900: Giovanni Paolo II. Era il 2 aprile del 2005, alle ore 21.37 quando veniva dato l’annuncio dall’Arcivescovo Leonardo Sandri alle migliaia di fedeli che erano accorsi a Piazza San Pietro alla notizia delle condizioni di salute aggravatesi del Pontefice: “Carissimi fratelli e sorelle, alle 21:37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui”.
Poche parole, ma ricche di emozione, di significato, per quello che era stato questo Papa per la Chiesa e per il mondo intero. Un uomo che ha seminato pace, che era sempre fra i giovani, in mezzo ai giovani e per i giovani. Un Papa che ha guardato anche agli anziani e ai bambini, senza mai dimenticare neanche i più soli e i più poveri. Ha viaggiato quasi verso tutti i Paesi del mondo, lasciando un segno indelebile in ogni posto.
La vita di un uomo di Chiesa che ha segnato l’animo di tutti coloro che l’hanno incontrato. Ma, come dicevamo prima, gli ultimi giorni della sua vita, sono stati forse i più intensi. La malattia, il dolore avevano preso ormai possesso del suo corpo sì, ma non della sua mente, che è rimasta lucida, come la sua fede, sino alla fine.
Il Cardinale Angelo Comastri, in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana, raccontava così quegli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II, in particolare quell’ultimo suo mercoledì: “Era il 30 marzo del 2005, mercoledì, l’ultimo della sua vita. Tutti sapevamo che il Papa si era aggravato e quindi eravamo un po’ in apprensione, stavamo tutti pregando per questo motivo”.
La preghiera, ciò che non è mai mancata a questo Santo Pontefice e a tutti coloro che gli sono stati vicino. Ma quel giorno, racconta il Card. Comastri, qualcosa stava accadendo: “Verso mezzogiorno mi avvisano: “Si è aperta la finestra dell’appartamento!” […] Corsi in piazza San Pietro e a mezzogiorno vidi che il Papa si affacciò. Non riuscì a dire una parola; alzò solamente la mano destra e tracciò un grande Segno di Croce che fu il suo testamento, il suo saluto alla Chiesa, il saluto al mondo”.
La volontà di Karol Wojtyla di non abbandonare mai i suoi fedeli, nemmeno nel pieno delle sue sofferenze. Ma Comastri continua a raccontare: “Ho saputo dopo cosa accadde quella mattina. Appena svegliato Giovanni Paolo II ha sussurrato a suor Tobiana e a don Stanislao Dziwisz: “Oggi è mercoledì”. Ma non hanno dato peso alle parole. Passato un po’ di tempo, ha detto di nuovo: “Oggi è mercoledì”. Ancora una volta hanno ignorato le parole del Papa. Alle 10 ha detto con un tono un po’ autoritario: “Oggi è mercoledì e io mi alzo!”.
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Il mercoledì: il giorno delle udienze, dell’incontro con i fedeli. Giovanni Paolo II lo ricordava, non poteva non andare nemmeno a dare loro la benedizione: “[…] Il Papa in modo irremovibile ha detto: “Oggi è mercoledì e io mi alzo perché la gente viene e io non voglio deluderla”. Stava morendo e pensava agli altri” – conclude il Cardinale.
La sofferenza, il dolore che permeavano il suo corpo, non hanno però mai fermato né al sua mente, né il suo spirito né mai la sua fede. Una fede salda e certa che è stata tale anche nell’ultima Settimana Santa da lui vissuta, nel suo appartamento, non potendo muoversi, ed assistendo ai sacri Riti attraverso la Tv. Tutti ricordiamo la Via Crucis dove l’abbiamo visto abbracciare la Croce, di spalle, mentre meditava le stazioni.
Un Papa che ha sempre pensato agli altri anche, come ha raccontato il Cardinale Comastri, prima di morire. Non lo dimenticheremo mai.
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