Papa Giovanni Paolo II dedicò il suo intero pontificato a Maria. A lei chiese protezione e guida con il motto apostolico “Totus Tuus”.
Fu lui ad introdurre i Misteri della Luce, per sottolineare gli eventi in cui Gesù trasformò la storia di ogni uomo. Ecco come descriveva il Santo Rosario: “L’enunciazione del Mistero trinitario, cristologico e storico-salvifico a cui è stata associata per divina provvidenza Maria (cfr. RVM 29);
l’ascolto della Parola di Dio nella consapevolezza ch’essa è data, donata per l’oggi della Chiesa e del mondo e “per me” (cfr. RVM 29); il silenzio come nutrimento dell’ascolto e della meditazione dell’evento contemplato (cfr. RVM 31); la recita del Padre Nostro che, mentre innalza l’orante verso il Padre di Cristo e il Padre di tutti nella comunione dello Spirito, anche quando tale recitazione è personale, o è compiuta in solitudine, è resa esperienza ecclesiale (cfr. RVM 32).
La ripetizione delle dieci Ave Maria, che pone l’orante “sull’onda dell’incanto di Dio: è giubilo, stupore, riconoscimento del più grande miracolo della storia” (RVM 33), recitazione che esprime la fede cristologica, fa ripetere il santo e salvifico nome del Redentore, declina l’affidamento nella vita e nell’ora della nostra morte, del discepolo di Gesù, alla materna intercessione di sua Madre (cfr. RVM 33)”.
Giovanni Paolo II: l’attentato nel giorno della Madonna di Fatima
E Maria non lo lasciò mai! Il giorno dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro, ricorreva -ad esempio- la commemorazione della Beata Vergine di Fatima. Probabilmente il turco Ali Agca (l’attentatore del Papa) non immaginava quanto potesse essere forte la protezione di Maria sul Pontefice. Era il 13 Maggio del 1981.
Giovanni Paolo II aveva, allora, 60 anni e fu ferito all’addome, da una delle due pallottole sparate da Ali Agca. Gli sfiorò l’aorta e gli perforò l’intestino, in più punti.
Mentre lo portavano in ospedale con l’ambulanza, il suo segretario, Monsignor Dziwisz, gli somministrò l’estrema unzione, credendolo -come noi tutti, del resto- in pericolo di vita.
L’intervento chirurgico che lo salvò durò ben 5 ore e 30 minuti, ma lui riuscì a superarlo brillantemente, pur avendo perso moltissimo sangue.
Da allora, Giovanni Paolo II portò con se, durante i suoi lunghi viaggi all’estero, delle riserve di sangue (il suo), perché potesse essere pronto all’uso, casomai venisse ferito in qualche modo!
Alì Agca perdonato dal Santo Papa
L’evento dell’attentato venne ben presto associato all’ultimo segreto svelato ai pastorelli di Fatima dalla Vergine Maria (come abbiamo spiegato nell’articolo: “Fatima: i tre pastorelli, il terzo segreto, il proiettile di Wojtyla”)
Oggi, lo attesta anche un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede. Tra l’altro, il bossolo del proiettile estratto dal corpo di Giovanni Paolo II è stato, poi, incastonato nella corona della statua della Beata Vergine a Fatima.
Giovanni Paolo II volle anche incontrare quello che avrebbe potuto passare alla storia come il suo assassino e del loro lungo e riservato discorso nessuno seppe mai nulla, se non che il Papa lo perdonò per quell’azione.
Nessuno ha saputo mai nulla nemmeno del mandante di Ali Acga, che ha cambiato più volte la sua versione, in merito ai fatti che lo portarono ad impugnare la pistola contro un Santo.
Giovanni Paolo II spiegò: “Potrei dimenticare che l’evento (tentato omicidio di Ali Agca) in Piazza San Pietro ha avuto luogo nel giorno e nel momento in cui la prima apparizione della madre di Cristo per i pastori è stato ricordato per 60 anni a Fatima, Portogallo? Ma in tutto quello che mi è successo quello stesso giorno, ho sentito che la straordinaria protezione materna e attenta si rivelò essere più forte del proiettile mortale”.
Antonella Sanicanti
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