Esattamente 24 anni fa Papa Giovanni Paolo II sollevò un anatema nella Valle dei Templi: “Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!”. Così concluse l’omelia della Messa il Santo Padre, rivolgendosi direttamente a chi quella valle ed il resto della Sicilia lo stava (e purtroppo lo sta tutt’ora) distruggendo in nome del mero interesse economico e di potere: la Mafia!
A ricordare quelle parole ci pensa oggi l’Arcivescovo di Agrigento, Monsignor Francesco Montenegro, che quel giorno era presente e senti un fremito subito dopo aver udito le parole del Papa, come se quel messaggio avesse scosso le fondamenta, non della mafia, ma della collettività non più inerme, non più terrorizzata all’idea di condannare la mala vita organizzata: “Con quel grido Giovanni Paolo II volle svegliare le coscienze degli uomini di mafia ma credo che volle svegliare anche le nostre coscienze”, dice l’Arcivescovo.
Montenegro sottolinea poi come la natura dei siciliani sia quella di lasciar correre quello che non li colpisce personalmente, ma che dopo quel giorno, dopo quelle parole qualcosa si è mosso: “Quella venuta di Giovanni Paolo II segnò, cambiò qualcosa. Si incominciò a parlare di più e a rendersi conto di più di una presenza che è letale, soprattutto in certi territori”.
Nel ricordare quelle parole Montenegro si auspica che anche gli uomini di oggi possano seguire il sentiero di denuncia tracciato dal Santo Padre, ma al contempo che il cuore di chi denuncia sia toccato dalla compassione, per permettere a chi ha sbagliato di rientrare nella grazia divina e conclude dicendo che bisogna: “Accompagnare, che non è accondiscendere né condividere. Questo diventa anche per noi un sentiero da percorrere”.