Nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il Papa ha consegnato la Bolla di indizione del Giubileo 2025 e ha chiesto ciò di cui oggi il mondo ha più urgenza.
Per il cristiano, la speranza su il santo padre ha posto l’accento, non è il vago ottimismo che prima o poi le cose si aggiustano, è la certezza che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio.
È di tradizione che il Giubileo sia indetto con una Bolla papale, quella per il prossimo è stata consegnata nei Vespri dell’Ascensione.
È significativa la data scelta dal Santo Padre per consegnare la Bolla che indice il Giubileo 2025: Pellegrini di Speranza. A Roma oggi si celebra la solennità dell’Ascensione, la preghiera è che con il Signore salgano al cielo anche le invocazioni del Papa e ne discendano grazie e benedizioni per questo mondo in guerra, lacerato dall’odio e dalla violenza, ma in cui siamo chiamati a far brillare la certezza della speranza cristiana. Il nome della bolla richiama una citazione di San Paolo.
Scrivendo alla comunità di Roma l’Apostolo delle genti ci ha ricordato che la speranza non delude (Rm 5,5). La speranza cristiana si fonda sulla certezza che il Signore è fedele alle sue promesse, che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che nulla è impossibile a Lui, e allo stesso tempo nelle lotte della vita ci fa anelare alla vita beata in Dio. Proprio la speranza oggi è minacciata da un’umanità che non ha imparato dai drammi del passato e continua a usare la violenza invece della ragione per risolvere le divergenze, tra le persone, nelle comunità, tra i popoli.
Le speranze del Papa per l’umanità
Sono tanti i motivi di speranza che Papa Francesco affida al cuore di Gesù e all’intercessione della nostra amatissima Madre Maria per questo prossimo anno santo. La speranza si fa supplica che invoca il dono. Il dono di una data comune della Pasqua per tutti i cristiani. Il mistero della Resurrezione di Gesù è il fondamento della nostra fede ma anche da certezza alla nostra speranza. Ci dimostra che siamo figli del Dio della vita e che la morte non è né sarà mai l’ultima parola.
La Resurrezione del Signore è anticipo e promessa di vita nuova per tutti noi. Se Cristo è Risorto anche noi risorgeremo, ecco la certezza della nostra speranza. Per un provvidenziale disegno di Dio nell’anno giubilare il giorno di Pasqua coincide per Cattolici e Ortodossi. Che si prosegua per sempre. Poter celebrare l’evento per eccellenza della fede in Cristo tutti insieme sarebbe un dono straordinario. La Porta Santa della Basilica di San Pietro sarà aperta il 24 dicembre 2024 e sarà chiusa il 6 gennaio 2026. Tanti sono i doni che il Papa chiede per l’umanità come frutto di questo Giubileo.
I doni per il Giubileo
Il primo grande dono che il Papa invoca è quello della pace. Ma attenzione la pace non è solo l’assenza di guerra. La vera pace significa cambiare mentalità, significa imparare a pensare in termini di fratellanza universale. Tacciano le armi, che il solo suono che echeggi nel mondo sia il grido della vita e in particolare della vita che nasce. Ecco il secondo dono, che le culle tornino ad essere riempite di teneri volti da amare.
Rispetto per la vita in tutte le fasi e stagioni. Da quando è custodita nel grembo di una madre a quando presenta i tratti della vulnerabilità e della fragilità a causa del trascorrere degli anni o per l’insorgenza della malattia. Che l’anno giubilare doni nuovo slancio ai giovani. Gli abbiamo consegnato un mondo complesso, non possiamo lasciarli soli e non possiamo deludere le loro attese, tarpare le loro ali, spegnere la speranza nei loro cuori. Al contrario li dobbiamo promuovere e motivare.
Carcerati, migranti, profughi e rifugiati, poveri e tutte le persone disperate, per tutti si accenda la luce della speranza nel cuore. Papa Francesco rinnova l’appello ad estinguere il debito dei paesi poveri per permettere anche a loro di rinascere e ai paesi più abbienti chiede politiche volte a garantire cibo, medicine e istruzione per tutti e ovunque. Ricorda anche i grandi segni del Giubileo: il pellegrinaggio a Roma, la confessione e la sosta nei santuari mariani.
Conclude con la speranza che l’umanità in questo Giubileo 2025 possa ritrovare la fiducia nella Chiesa, nelle istituzioni, nelle relazioni interpersonali e nei rapporti internazionali, e ci si adoperi per la promozione della dignità di ogni persona umana e nel rispetto del creato.