Un bambino che ha pagato il prezzo più alto: lo scontro fra le famiglie di mafia. Oggi sono 25 anni da quel tragico giorno che vide strappare alla vita il piccolo Giuseppe Di Matteo.
Giuseppe Di Matteo aveva poco più di 12 anni quando venne rapito e rinchiuso in un casolare. Di lì a poco sarebbe stato ucciso e sciolto nell’acido. Il ricordo.
Una storia che fa ancora tremare le vene ai polsi. Una vicenda raccapricciante che ha per protagonista un ragazzino che ha avuto solo la sfortuna di appartenere alla famiglia sbagliata. 25 anni fa moriva, Giuseppe Di Matteo, per mano di Giuseppe Monticciolo, Enzo Brusca e Vincenzo Chiodo, i suoi tre carcerieri. Era l’11 gennaio del 1996.
Giuseppe fu vittima di una vendetta trasversale: il vero obiettivo era suo padre Santino. Il bambino era stato rapito il 23 novembre del 1993 da un commando di Brancaccio su ordine dei capimafia Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca. E l’ordine per la sua esecuzione era stato dato proprio da quest’ultimo.
Ma andiamo con ordine. Una vendetta, un avvertimento al padre di Giuseppe, Santino che aveva scelto la strada del collaboratore di giustizia. Secondo i capimafia, il rapimento del ragazzino sarebbe servito a convincere suo padre a ritrattare le accuse verso i suoi ex amici mafiosi e smettere di rivelare i retroscena della Strage di Capaci. Ma così non è stato.
Giuseppe, in 3 anni di prigionia, non è mai stato rinchiuso in un solo posto. Le campagne di Trapani, Palermo, Agrigento…ogni posto aveva un affiliato che ha “ospitato” il piccolo rapito. Fino a quell’11 gennaio quando, in un casolare di San Giuseppe Jato, il piccolo veniva ucciso, strangolato e sciolto nell’acido, perché nulla doveva rimanere di lui.
Una vendetta atroce, una vittima innocente che oggi, a distanza di 25 anni da quel brutale assassinio, la Sicilia e l’Italia intera ricordano con una serie di eventi e celebrazioni.
A partire dalle ore 10, nel salone parrocchiale della Chiesa madre Santa Maria di Altofonte, dove ci sarà una cerimonia commemorativa alla quale parteciperanno, fra gli altri, il sindaco di Altofonte Angelina De Luca, il presidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana, Claudio Fava e il commissario del Comune di San Giuseppe Jato, Salvatore Graziano.
“Se fosse ancora vivo, Giuseppe oggi avrebbe avuto più o meno 40 anni, la mia età” – confida il sindaco Angelina De Luca.
Alle ore 11,30, nel Giardino della Memoria a San Giuseppe Jato, un omaggio floreale sarà deposto sul luogo del martirio di Giuseppe Di Matteo; mentre alle ore 12,30, in Piazza Falcone e Borsellino, sempre a San Giuseppe Jato, una mattonella commemorativa sarà scoperta dagli insegnanti e dagli alunni coinvolti nel campo estivo di Libera dedicato al ricordo di Giuseppe Di Matteo.
Tutte le manifestazioni, fanno sapere le varie amministrazioni comunali, si svolgeranno sempre nel pieno rispetto di tutte le norme anti assembramento e anti contagio Covid.
Ricordare, perché tragedie come queste non accadano mai più.
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ROSALIA GIGLIANO
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