E’ giusto rinunciare alla Messa per non offendere gli altri studenti?

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Senza entrare nel merito evitando giudizi facili e populisti, vogliamo affrontare questa delicata tematica che ultimamente ha subito escalation, cioè quella strana tendenza ad eliminare simboli e tradizioni cristiane dai luoghi pubblici in nome della laicità e del rispetto delle altrui culture e religioni.A noi sembra però che adesso si stia esagerando e che a forza di preoccuparsi di non irritare la suscettibilità degli altri noi intanto stiamo rinunciando alle nostre tradizioni e al nostro credo.

Molti episodi in vista del Natale ci fanno pensare che la situazione stia precipitando , è un continuo annullare recite di Natale , di canti, di rinunce ai simboli che fanno parte della nostra tradizione Cristiana , il crocifisso, il Presepe, stiamo snaturando la nostra cultura e non bastano i presidi laicisti e anticristiani visto l’accanimento che dimostrano di avere nel voler eliminare tutti i simboli a noi più cari, i sindaci, le giunta comunali, adesso anche i sacerdoti che tolgono la messa per non urtare la suscettibilità degli studenti di altre religioni.

Il fatto grave è che per esempio molti studenti musulmani e i loro genitori intervistati hanno dichiarato che a loro il crocifisso non disturba affatto e nemmeno il presepe e gli altri simboli cristiani del Natale . E allora come afferma San Paolo: Noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.  (1 Corinzi 1:23-24)

Il caso che vi proponiamo è quello di una scuola un ente cattolico di formazione professionale. Eppure, in vista Natale, non sarà celebrata la messa. La decisione del parroco è stata annunciata mercoledì pomeriggio dal preside, nel corso di una riunione con il corpo docenti. «Ci hanno comunicato che la messa non verrà svolta, per non discriminare gli studenti di altre fedi», raccontano alcuni dei presenti. Al posto del rito liturgico, un momento di «riflessione e preghiera, con canti e proiezioni di immagini»

Eppure in fondo al corridoio della stessa una statua della Madonna a grandezza naturale accoglie gli studenti, allora sembra che ci sia qualcosa di contraddittorio e di incomprensibile viste anche le dichiarazioni degli altri studenti appartenenti ad altre religioni, e anche i professori assicurano che non ci sono problemi di integrazione.
«Gli altri anni i ragazzi islamici venivano in chiesa con tutta la classe senza problemi, e in ogni aula c’è il crocifisso – ribadiscono gli insegnanti -. Qui si tengono le ore di istruzione religiosa, nelle macchinette si trovano anche snack al salame e nessuno si è mai offeso, che senso ha rinunciare alla messa, allora?». Il preside Adriano Corioni glissa, innervosito: «Abbiamo solo tenuto una riunione per parlare degli indirizzi formativi».Decisione già adottata l’anno scorso, e mal digerita da parte di alcuni insegnanti, che la vivono come «un passo indietro rispetto all’identità cattolica della scuola». Anche perché nelle altre quattro sedi dell’istituto, dislocate nella provincia brianzola, la messa si celebrerà come in passato.

Non rifiuta di rispondere alle domande don Marco Oneta, della parrocchia di San Biagio: «È vero, alla fine si è scelto di non celebrare messa. E qualcuno forse potrà non essere d’accordo». Ma il sacerdote poi spiega le motivazioni della decisione: «Non si tratta di una rinuncia alla nostra identità, in vista del Santo Natale ci troveremo coi ragazzi per un incontro di preghiera cristiana, accompagnato da un momento di riflessione collettiva; è pur sempre una atto liturgico. La messa, e il sacramento dell’eucaristia, per alcuni può essere un atto di culto troppo forte, non solo per chi professa una fede diversa, ma anche per chi non è solito frequentare la chiesa».

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