La vita di Yvette Castillo è stata dura sin dai suoi primi giorni, il padre era un alcolista che spesso utilizzava la sua collera con lei e con la madre per sfogare le sue frustrazioni. Questo contesto di infelicità e violenza fece crescere in lei una rabbia sconfinata, il suo unico desiderio era quello di evadere da una realtà troppo dura per una bambina e per farlo ha scelto la strada della perdizione.
Tutto è cominciato con l’invidia per chi, a differenza sua, viveva una situazione familiare normale, la rabbia era tale da farle desiderare un potere immenso che le consentisse di fare provare agli altri le sue sofferenze: “Ho detto: “Dammi il potere di ferire tutti, per impedire alla gente di fare scherzi con me. Non sapevo che stavo facendo un patto con il diavolo. Sapevo con chi stava parlando, ma non sapevo quanto fosse grave”.
In breve quella rabbia si tramutò in un atteggiamento di sfida alla legge ed all’autorità che le costò l’espulsione da scuola. Le sue giornate erano scandite da squallidi incontri sessuali e sedute di droga che le permettevano di sfuggire alla realtà, non ci volle molto prima che questo la conducesse ad una gravidanza indesiderata, ma il suo odio era troppo forte per accettare un dono dell’amore di Dio, così abortì per ben due volte.
Gli aborti crearono un vuoto incolmabile che solo la droga riusciva a lenire, così a soli 14 anni era diventata una vagabonda, una ladra ed una tossico dipendente. Un giorno, mentre era strafatta di crack gli altri tossici si approfittarono del suo corpo inerme per soddisfare le loro voglie animalesche. Da quella violenza sessuale nacque un figlio (questa volta non se la sentì di abortire), ma nemmeno questo la convinse a cambiare vita.
Divenuta maggiorenne fece la conoscenza di un bravo ragazzo, uno in grado di prendersi cura di lei e della bambina, sentendosi amata per la prima volta cercò di smettere con quella vita di perdizione, si sposò e per un periodo riuscì ad essere serena. Presto però il vizio si è ripresentato, ricominciò a drogarsi, il marito stanco delle sue ricadute volle ed ottenne il divorzio ed Yvette tornò per strada tra droga, furti e sesso privo di senso.
Dopo cinque anni di quella vita si accorse che la figlia, ormai adolescente, aveva preso la sua stessa strada, allora decise che doveva salvarla da quello squallore e decise di ripulirsi. Cominciò ad andare in Chiesa ed ai gruppi di sostegno, ma la marjiuana era un vizio troppo radicato per essere dismesso in poco tempo, per di più non si sentiva degna di pregare per se stessa. Un giorno un predicatore le fece capire che Dio non portava rancore e che doveva affidarsi a lui: “Dio vuole solo che tu stia bene. Lui non ha nulla contro di te” a quelle parole cominciò a piangere e si scuso con Dio.
Il percorso di redenzione era cominciato, un giorno Yvette era da sola in un parco, ad un tratto udì una voce che le chiedeva di alzare le mani al cielo ed invocare Dio, all’inizio era reticente, ma alla fine si convinse e lo fece: “Ho iniziato a piangere e non riuscivo a smettere di piangere ho iniziato a sentire la presenza di Dio, la sua santità, il suo amore, la sua misericordia. E ‘stato come se non ero più al parco. Ero davanti al suo trono. E ‘stato Dio”.
Qualcosa di miracoloso era accaduto, Yvette dice di aver visto Gesù che si avvicinava a lei e che l’avvolgeva con il suo mantello purificandola dai peccati, per la prima volta sentiva il calore dell’amore immenso di Dio. Da quel giorno al parco la sua vita è cambiata, non ha mai più toccato la droga ed ora vive in pace e serenità con la figlia.
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