Il reiki è un termine che nasce dalla pronuncia di due caratteri giapponesi: rei (“al di là” o “spirituale”) e Ki (“forza vitale”). Si tratta di una tecnica che, basandosi sull’idea dell’energia universale che scorre in tutti gli esseri viventi, attraverso le mani del praticante tenta di utilizzare questa stessa energia per scopi terapeutici. Un “trattamento” di reiki consiste proprio nel passaggio di energia dal praticante alla persona interessata al fine di ridargli equilibrio e benessere.
Secondo l’esorcista, “un cattolico che si affidi al reiki sta cadendo nel grave peccato di superstizione. Chi la pratica si espone ad influenze nefaste, ossessioni e possessioni diaboliche. Dato che non è giustificato utilizzare le pratiche reiki nè secondo la scienza medica nè secondo la fede, i cattolici devono astenersi da questa tecnica pericolosa”.
Esistono tre passaggi o livelli di iniziazione:
1) Iniziazione. In questo livello si attiva la capacità di guarigione e si insegna come effettuare un trattamento su se stessi o sugli altri. L’iniziazione avviene per mezzo dell’imposizione delle mani del Master sull’allievo;
2) Approfondimento. In questo secondo livello si approfondisce la comprensione di se stessi e si apprendono i suoni e i simboli del trattamento reiki;
3) Master e insegnamento. Col raggiungimento di questo terzo livello si diventa maestri e ci si può dedicare all’insegnamento.
Riguardo al reiki dobbiamo doverosamente premettere che – a differenza di quanto accade nello spiritismo o nella magia nelle loro varie forme – la presenza degli spiriti qui generalmente non è contemplata, non è desiderata, non è cercata, né è necessariamente prevista. Anche se molti praticanti del reiki presumono che le entità spirituali angeliche o demoniache possano esistere, tuttavia non usano il reiki con lo scopo deliberato di interagire con queste entità, né di avvalersi dei loro “servizi”.
Il reiki non è una religione. I reikisti pensano che il reiki sia più che altro una sorta di tecnica/pratica che consente loro di canalizzare “l’energia cosmica” (nella quale tutti siamo immersi) in un modo più consapevole e mirato, senza rendersi conto che molto spesso dietro ai risultati ottenuti potrebbe nascondersi l’azione dei demoni.
Chi fa reiki non prende neppure in considerazione l’intervento degli spiriti maligni, anzi solitamente, quando glielo si fa notare, ne rimane inorridito. Per questo il reiki è subdolo, perché è ambiguo. Tra gli stessi praticanti, poi, capita di sentire correnti di pensiero molto diverse tra loro…
L’esperienza degli esorcisti in questo ambito può aiutarci a fare chiarezza: il reiki – ci mettono in guardia – è una pratica che “può” aprire le porte dell’anima al mondo dell’occulto. Ci dice il popolare esorcista padre Gabriele AMORTH:
Anche la teoria dei Chakra è contraria alla fede cristiana e rischiosa, perché apre a mondi occulti, dove è assai facile l’incontro col Maligno. […] Non è certo casuale che, per esempio, tanto nel Reiki, quanto nella cosiddetta apertura dei Chakra, si invochino forze misteriose utilizzando formule e parole il cui significato rimane occultato, spesso persino al maestro che le pronuncia (G. AMORTH – R.I. ZANINI, Più forti del male, San Paolo, Milano 2010, p. 154).
Né dobbiamo cadere nell’errore di scambiare le guarigioni (false o momentanee) che avvengono nell’ambito del reiki, con le guarigioni divine. Leggiamo a questo riguardo in un documento della Commissione per la Dottrina della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti:
Alcune persone hanno cercato di identificare il Reiki con la guarigione divina ben nota ai cristiani. Queste persone s’ingannano. La differenza radicale può essere vista immediatamente nel fatto che per il praticante del Reiki il potere di guarigione è a disposizione dell’uomo. […]. Per i cristiani l’accesso alla guarigione divina è tramite la preghiera a Cristo come Signore e Salvatore, mentre l’essenza del Reiki non è una preghiera, ma una tecnica che è trasmessa dal Maestro di Reiki al discepolo […]. Alcuni praticanti cercano di cristianizzare il Reiki aggiungendo una preghiera a Gesù Cristo, ma questo non cambia il carattere essenziale del Reiki. Per questi motivi il Reiki e altre tecniche terapeutiche simili non possono essere identificate con quella che i cristiani chiamano guarigione per mezzo della grazia divina (riportato da Annalisa COLZI inSpiritismo, New Age, Maghi, Sai Baba…, Città Ideale, Prato 2010, pp. 100 e 101).
1. INFILTRAZIONI DEMONIACHE NEL REIKI.
Dalle considerazioni fatte possiamo dedurre che il reiki è di probabile provenienza spiritica, o, quand’anche non lo fosse, di certo è una pratica che i demoni possono sfruttare per entrare in contatto con le persone che ne restano coinvolte. Se è vero – come pare risultare dalle esperienze degli esorcisti e non solo di questi – che il reiki (e le sue presunte “guarigioni”) possano considerarsi un “dono dei demoni”, allora coloro che non desiderano farsi coinvolgere nelle faccende dei demoni devono starne alla larga, rinunciando al reiki così come rinuncerebbero a Satana e a “tutte le sue seduzioni”.
2. INCONCILIABILITÀ DEL REIKI COL CRISTIANESIMO.
Il reiki non è solamente inconciliabile con la fede professata dalla Chiesa cattolica, ma anche con la fede in Cristo in genere (col Cristianesimo). Il punto è che il reiki, anche se non lo afferma esplicitamente, disconosce la signoria di Cristo, ossia considera Gesù “solamente” come un grande maestro, un grande profeta, un eccezionale carismatico o mistico… Il reiki non riconosce che Gesù è il Signore, il Verbo di Dio fatto Uomo (doppia natura umana e divina del Cristo). Da qui ne consegue che un cristiano (cattolico, protestante, o chiunque voglia dirsi discepolo di Gesù e riconoscerlo Signore) non ha nessun bisogno del reiki, cioè non ha bisogno di fare ricorso a “potenze altre” (spiritiche) per ottenere qualcosa che Gesù ha promesso a tutti quelli che crederanno in Lui: lo Spirito Santo!
I doni dello Spirito Santo si chiamano carismi. Tra essi vi è anche il carisma di guarigione e di liberazione. Gesù ha detto: “Nel mio Nome caccerete i demoni, guarirete i malati…”. Che bisogno c’è del reiki quando possiamo avere lo Sprito Santo?! Non è tanto il fatto di professarsi Cattolici, quanto il fatto di scegliere “che padrone si vuole servire”, e questo vale per tutti gli uomini e per tutte le anime.
Il discorso, tuttavia, non cambia neppure per un non cristiano! Che vantaggio si può trarre a mettersi con i demoni?! Tutti – cristiani o no – possiamo ricorrere agli Angeli (anche i musulmani, anche i buddhisti, anche gli atei hanno un Angelo custode).
3. IL REIKI NON CURA LE MALATTIE.
Il reiki non cura le malattie. Se tramite la pratica del reiki dovesse verificarsi una presunta guarigione dovuta all’operato dei demoni, bisogna sapere che in questo caso si avrebbe a che fare con una falsa guarigione, apparente o temporanea (una remissione del sintomo).
Se il reiki potesse guarire o funzionare realmente anche solo come palliativo, sarebbe insegnato nelle università, invece solo due ospedali in Italia accettano con riserbo di associarlo alle cure palliative…
Nel suo libro “Aghi, pozioni e massaggi” scritto con Simon Singh, un fisico laureato a Cambridge, il dott. Ernst sull’argomento reiki scrive: «I principi del reiki sono contrari all’attuale conoscenza delle leggi di natura, e di conseguenza questo approccio risulta privo di fondamenta biologiche plausibili […]. Conclusione: il reiki è una forma diffusa di guarigione “spirituale”, priva però di basi scientifiche. Le prove dei trial non ne dimostrano l’efficacia nei confronti di una qualsiasi patologia». Scrive il dott. Walter Versini nell’articolo “Metodologia di approccio a pratiche terapeutiche alternative: il reiki” pubblicato su Competenza e compassione del Luglio 1996: «Non sono disponibili studi scientifici seri (studi controllati “in cieco”, pubblicati su riviste autorevoli che ne garantiscano la serietà); inoltre, le spiegazioni fornite, basate su squilibri energetici, energia cosmica, canali energetici e così via, pur comuni nel campo delle medicine alternative, sono completamente estranee alla scienza moderna, e si collegano piuttosto a concezioni magiche» [riportato dal dott. Francesco BUNGARO in “Signore da chi andremo? Una riflessione sulla natura scientifica e cristiana della guarigione”, IF Press Edizioni, Morolo (FR) 2010, pp. 87 e 88].