Alla XII edizione dell’annuale premio International Women of Courage è stata premiata una religiosa italiana: suor Maria Elena. Nell’accogliere la premiata, che ha ricevuto il premio dalla first lady Melania Trump, la prima sostenitrice di Suor Maria Elena nonché portavoce del Dipartimento degli Stati Uniti (che assegna il premio) Heather Nauert ha sottolineato che il premio le è stato conferito per aver: “Dato rifugio agli sfollati interni a causa dei conflitti e ha operato instancabilmente per portare pace nella Repubblica Centrafricana”, quindi si è rivolta direttamente alla suora dicendole: “Grazie Sorella!”.
Il lavoro di suor Maria Elena nella Repubblica Centrafricana
Nata a Sondrio nel 1944 in un Italia martoriata dalla seconda Guerra Mondiale, Maria Elena ha da subito contribuito ai bisogni della sua famiglia lavorando come poteva. Nel 1963, a 19 anni, è entrata a far parte dell’ordine delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret come novizia. Sin dai primi anni suor Maria Elena si è distinta per la sua passione nel aiutare il prossimo e la sua misericordia nei confronti dei più poveri.
La sua vocazione, però, era quella di fare la missionaria in Africa e così nel 1972, a 28 anni, viene mandata nel Ciad per aiutare i profughi e le vittime della guerra. Nel Paese africano resta fino al 2007, quando la sua vocazione missionaria la porta a spostarsi nella Repubblica Centrafricana, più precisamente a Bocaranga. Qui la suora svolge tutt’ora, a 74 anni, con passione il suo compito di assistenza ed educazione anche se la situazione è molto complicata per via dei continui conflitti che mettono in pericolo la sua vita quotidianamente. Proprio il coraggio dimostrato nell’affrontare il rischio di morte pur di aiutare e dare rifugio alle vittime di guerra le sono valse l’ambito riconoscimento, assegnato ogni anno a sole 10 donne in tutto il mondo. Ecco l’elenco delle vincitrici di quest’anno: Roya Sadat (Afghanistan); Aura Elena Farfan (Guatemala); Julissa Villanueva (Honduras); Aliyah Khalaf Saleh (Iraq); Aiman Umarova (Kazakhstan); Feride Rushiti (Kosovo); L’Malouma Said (Mauritania); Godelive Mukasarasi (Rwanda); Sirikan Charoensiri (Thailand).