Lisbona 2023 è stata la quarta la Giornata della Mondiale della Gioventù alla presenza di papa Francesco, a dieci anni esatti dalla prima (Rio de Janeiro 2013).
In mezzo vi sono state Cracovia 2016 e Panama 2019, seguita dalla più lunga interruzione (quattro anni e mezzo) tra una GMG e l’altra, a causa della pandemia che ha fatto slittare l’appuntamento di Lisbona dal 2022 al 2023.
Un milione e mezzo di pellegrini
L’edizione di quest’anno si chiude con un milione e mezzo di partecipanti alla veglia di ieri sera al Parque Tejo. Il giorno prima, il Santo Padre aveva tenuto il primo dei suoi tre incontri con i giovani al Parque Eduardo VIII, per la consueta Via Crucis che accompagna ogni venerdì della GMG.
A confutazione delle polemiche ricorrenti sui social, tutto si può dire, tranne che il Pontefice non abbia parlato di Gesù Cristo e della sua potenza salvifica. “La Croce è il senso più grande dell’amore più grande, l’amore con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita”, ha detto durante la Via Crucis, alludendo al simbolo delle Giornate Mondiali che è proprio la Croce. È Gesù che ci invita a correre il “rischio di amare”.
La gioia non rimane chiusa in biblioteca
Il discorso alla veglia di sabato è stato invece calibrato sulla gioia dell’annuncio, di cui, per prima, si portatrice la Vergine Maria in occasione della sua visita alla cugina Santa Elisabetta.
La gioia è “missionaria” per definizione, “non sta nella biblioteca”, né rimane “custodita sotto chiave” ma è fatta sempre per essere condivisa. Del resto “noi abbiamo radici di gioia” e “possiamo essere radici di gioia per gli altri”.
Al tempo stesso, però, questa gioia implica un cammino che può comportare stanchezza e cadute, di fronte alle quali va trovata la forza di “alzarsi”, quindi, “quando vediamo qualcuno, un nostro amico che è caduto”, la prima cosa da fare è “sollevarlo”.
Per fare ciò, bisogna “allenarsi tutti i giorni nella vita”, perché “nulla è gratis” e “tutto si paga”. Di gratuito, c’è soltanto “l’amore di Gesù”, che, unito alla “voglia di camminare” nella “speranza” e con uno sguardo alle “nostre radici”, fa andare avanti “senza paura”, ha concluso il Papa.
Bergoglio, “il più giovane tra i giovani”
Stamattina, Francesco si è nuovamente recato al Parque Tejo per presiedere la messa conclusiva, concelebrata da 30 cardinali, 700 vescovi e 10mila presbiteri. Il cardinale Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, ha ringraziato Bergoglio per aver incoraggiato gli organizzatori della GMG ad andare avanti nella realizzazione dell’evento “superando rinvii e ostacoli che non sono mancati”.
“Anche questo momento finale ritrova la sua originaria freschezza – ha commentato –. La stessa, che né l’età né i problemi di salute tolgono a Vostra Santità. In questo senso lei è il più giovane tra i giovani che qui si trovano”, ha detto rivolto al Santo Padre il cardinale Clemente.
“Brillare, ascoltare, non temere”
Il Pontefice ha congedato il milione e mezzo di giovani giunti al Parque Tejo, consegnando tre parole che equivalgono a tre impegni: “Brillare, ascoltare, non temere”. Tutti abbiamo bisogno della “luce di Gesù”, quindi non si diventa “luminosi” ponendosi “sotto i riflettori” ma soltanto imparando ad “amare come lui”. Al contrario “se diventiamo egoisti, la luce si spegne”.
Commentando il passo della Trasfigurazione sul Tabor, menzionata dal Vangelo odierno (Mt 17,1-9), il Papa ne ha individuato il passaggio chiave nell’ascolto di Gesù che “rivela che Dio che è padre e ci insegna le vie dell’amore”. Solo così si potrà uscire dall’inganno di tante “forme di egoismo mascherate d’amore”.
Gesù vi dice: “Non temete”
In conclusione, Francesco ha ribadito l’esortazione che riporta alla mente il suo predecessore San Giovanni Paolo II ma che, in realtà, “nella Bibbia si ripete spesso”: quella a non avere paura. Del resto, le ultime parole di Gesù, nel Vangelo della Trasfigurazione sono proprio: “Non temete”.
“A voi, giovani – ha esortato Bergoglio – che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo e lottate per la giustizia e per la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice: ‘Non temete!’”.
Infine, il Santo Padre ha ribadito: “Vi dico una cosa molto più bella: Gesù stesso ora vi guarda, vi sta guardando, vi conosce, le gioie e le tristezze, i successi e i fallimenti, il cuore di ciascuno di voi. E oggi vi dice, qui a Lisbona, in questa GMG: ‘Non abbiate paura, non temete’”.