Non si può non constatare che ci troviamo in un tempo in cui vige la “grande apostasia” generalizzata. Specialmente in Occidente, dove siamo sempre più circondati da nuovi idoli, vitelli d’oro che invitano a lasciare la strada della vita e della verità per prendere quella dell’inganno e della menzogna.
Molti, infatti, cresciuti in una società e una cultura che ha ereditato tutta sé stessa dalla tradizione cristiana, finiscono però oggi per rinnegare totalmente la fede, di fronte alle pretese della modernità, alle sue sirene e luci effimere e illusorie.
L’illusione a cui molti cristiani rischiano di abboccare
Lo vediamo in una infinità di contesti diversi. Dalla mancanza di carità cristiana verso il prossimo, con le disuguaglianze e le iniquità crescente, al totale disinteresse verso la sacralità della vita, la centralità della famiglia, la necessità di una dimensione spirituale che ci permetta di dedicarci, come interesse superiore, alla salvezza della propria anima.
Così molti finiscono per non credere più in Dio, in Gesù e nella Chiesa. E come diceva Chesterton, non è vero che chi non crede in Dio non crede in nulla, perché comincia a credere in tutto. A farsi abbindolare da ogni falsità illusoria. Questo succede, purtroppo, anche all’interno del mondo cattolico. Ci sono stati casi, nelle ultime settimane, eclatanti.
I diabolici obiettivi di chi vuole sostituirsi a Dio per controllare l’uomo
Prendiamo il tema del Ddl Zan, della volontà di introdurre coattamente un concetto, quello dell’identità di genere, che ha come ragione fondate la destrutturazione, cioè la distruzione, della famiglia come istituzione umana, e di conseguenza la privazione di ogni fondamento biologico e naturale dell’essere umano. La natura fa paura perché viene da Dio, e non si può controllare, di conseguenza la si vorrebbe eliminare con un tratto di spugna.
Soldi, potere, tecnologia hanno portato uno sparuto gruppo di umanità a possedere livelli di tracotanza tali da volersi non solo sostituire a Dio, ma anche controllarlo. La natura viene da Dio e plasma l’essere umano, creato a immagine e somiglianza del Creatore. Questo, evidentemente, ai piani deviati dei grandi potenti dà enorme fastidio, gli ricorda la loro piccolezza e nullità di fronte alla realtà a cui ci riporta il Signore.
Se tutto si può comprare, anche l’umanità diventa merce
Allora si punta a fare diventare persino gli esseri umani dei prodotti da laboratorio. Uomini e donne che modificano il loro sesso con interventi scientifici ad hoc, bambini e bambine nate in provetta, madri povere schiavizzate e costrette a vendere i loro figli grazie alle catene del denaro che tutto si permette di acquistare. Tutto si può vendere e comprare, l’essere umano non ha più dignità. Chi ha denaro ha sempre più potere, anche sulla vita.
La realtà è che sta vendendo la morte, del prossimo, della società in cui vive, e da ultimo della propria anima. Ci sono gruppi cattolici che sostengono questa visione del mondo e della vita, totalmente incastrati da questa prospettiva. A dimostrazione che a volta persino un cristiano può farsi ingannare. D’altronde, persino all’interno del cristianesimo ci sono posizioni, sulla vita e sul mondo, estremamente diverse, alcune sconcertanti, scandalizzanti per chi ha fede.
Ci si chiede dove sia il cuore di un cristiano che attacca la preghiera
Nelle scorse settimane, al richiamo di Papa Francesco a pregare per la fine della pandemia nel mese di maggio, un noto teologo, tra i più accreditati tra la “gente per bene”, la “gente che pensa”, proprio come si ritenevano i farisei, si è sentito in dovere di rispondere, affermando nientemeno che pregare per la fine della pandemia sarebbe un modo di approcciarsi alla fede al limite del ridicolo.
LEGGI ANCHE: Le profezie sull’Apostasia di Roma e sul Vicario di Cristo si sono avverate?
Ci si chiede se personaggi di questo genere siano realmente cristiani, o solamente infiltrati che tentano di portare la propria visione atea all’interno del pensiero cristiano, confondendo i fedeli, le genti, il mondo. Ci si chiede dove sia il loro cuore, quando si fanno affermazioni simili, se veramente vicino al prossimo, convinti di fare qualcosa di buono, o se in realtà la propria interiorità sia talmente corrotta da essere totalmente nascosta, occultata, e ci si trova ad essere incapaci di guardarla veramente per come è.
Tutta la cristianità ha dovuto fare i conti con chi la attaccava
A ben vedere, è anche la storia della civiltà cristiana, perché è sempre stato così. Quando Saulo, dopo la sua conversione, si mise a predicare a Damasco, i giudei cercarono di ucciderlo e lui dovette fuggire, recandosi a Gerusalemme. Lì i cristiani lo temevano e i giudei continuarono a inseguirlo, fino a farlo scappare fino a Tarso. Ovvero tornò in patria.
LEGGI ANCHE: Il collaboratore di Benedetto XVI: “All’interno della Chiesa c’è Apostasia”
In quel periodo si convertirono in molti, anche grazie ai molti miracoli che accompagnavano la predicazione del Vangelo. Pietro evangelizzò tutta la fascia costiera, compiendo miracoli come a Lidda, con la guarigione di Enea, o a Giaffa, dove risuscitò una ragazza morta da poco. Prodigi che vennero compiuti pregando sempre, senza fermarsi mai, nel nome di Gesù, confermando così la parola degli Apostoli.
La predicazione del Vangelo ha sempre ricevuto persecuzioni
Anche mentre si verificavano questi miracoli, però, dall’altra parte si aveva una ostilità profonda, fino alla persecuzione, che ha connotato la predicazione del Vangelo sempre da un’aperta ostilità che lo circondava. Il più grande segno, per i cristiani che hanno predicato il Vangelo fino all’ultimo, facendone la propria missione, è stato così il martirio.
LEGGI ANCHE: Siamo nei giorni della grande Apostasia?
Oggi, di fronte al tempo della grande apostasia, Gesù continua a interpellarci. “Volete andarvene anche voi?”, ci chiede. Ognuno ha una sua risposta da dare. Come fece Simon Pietro, che diede la propria. “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Chiediamoci, quindi, prendendo in mano il Vangelo, da che parte vogliamo stare, se da quella del Signore o da quella del mondo.