Renato Zero ha scelto un modo del tutto inaspettato per tornare di nuovo davanti ai suoi fans, utilizzando parole di grande amore per Dio, che hanno molto a che fare con la sua fede cattolica.
In un mondo in cui il sacro sembra essere sempre più nascosto, solo una grande figura della musica italiana poteva permettersi un atto così rivoluzionario.
A un anno e mezzo di distanza dall’uscita della sua trilogia “Zerosettanta”, in cui ripercorre tutti i suoi più grandi successi, il grande cantante italiano torna al pubblico nientemeno che con un’opera sacra. Il titolo del quale è molto esplicito: “Atto di fede”. Si tratta di un doppio cd e un libro in uscita venerdì 8 aprile, ma al di là dello strumento fisico Zero, quasi 72 anni, in questo suo lavoro ha deciso di compiere un enorme atto di coraggio, un passo avanti per la sua carriera gloriosa ma anche e soprattutto per la musica italiana.
L’origine dell’ultimo album di musica sacra
La genesi di questo album ha origine nella sua carriera, lunga ben 55 anni, ma anche e soprattutto nel suo bisogno interiore più profondo, quello di porsi al cospetto di Dio attraverso la sua musica e soprattutto di cantarlo e rappresentarlo, narrare il suo bisogno e che quello di tutti gli esseri umani che hanno di Lui più di chiunque altro.
“Dio è sempre più Dio. Sempre più ostinato a credere in noi. A perdonarci. Siamo le sue creature anche quando stupriamo, ammazziamo. Rubiamo. Spacciamo. Mentiamo”, ha detto Zero in occasione del lancio di questa sua ultima fatica artistica. “Perché è così indulgente e caritatevole? È semplice: perché vorrebbe guarirci! Dalla superbia. Dal rancore. Dall’insoddisfazione. Dalla mancanza di rispetto persino verso noi stessi…Dio mio… quanto sei paziente!!! Ma poi chissà se effettivamente ce lo meritiamo questo Dio?!?!”.
I temi all’interno di questo suo vero e proprio atto di fede sono tanti, vanno dalla carità alla diversità, dalla giustizia alla gioventù, dalla sua anima ai miracoli che Dio compie veramente nella vita di chi crede in Lui. Tutti argomenti che sembrano essere totalmente spariti dalla circolazione culturale e artistica e che solo un grande come Zero può permettersi di riportare al centro della scena, con irruenza unica, in un momento in cui più che mai c’è davvero bisogno di Dio, della sua vicinanza e soprattutto della sua misericordia senza limiti.
I 19 brani inediti di musica sacra presenti nell’album
All’interno del disco, tra i 19 brani inediti di musica sacra arrangiati e orchestrati dal Maestro Adriano Pennino, si aggiungono pensieri e riflessioni di quelli che rinomina i suoi “Apostoli della Comunicazione”, da Alessandro Baricco a Pietrangelo Buttafuco, da Don Antonio Mazzi a Marco Travaglio, interpretati dagli attori Pino Insegno, Giuliana Lojodice e Luca Ward.
In fondo all’album, una straordinaria versione di “Ave Maria”, presentata a Sanremo nel 1993 e piazzatasi solamente quinta, mentre in realtà molti tra il pubblico avrebbero voluta vederla vincitrice. Il tutto messo in musica dalla Budapest Art Orchestra diretta da Andras Deak, il Coro Internazionale istituito dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta.
Un progetto che è già stato definito come estremamente ambizioso, per alcuni il più ambizioso della carriera di Renato Zero, in particolare per la lontananza dalle melodie della musica pop che invece lo hanno sempre rappresentato. “La fede è la chiave che ci permette di osare, di andare oltre le nostre potenzialità”, ha affermato lo stesso zero presentando il disco a Roma, nella splendida sala Marco Aurelio del Campidoglio. In attesa del suo grande ritorno dal vivo, previsto al Circo Massimo in quattro date, il 23, 24, 25 e 30 settembre.
“La vita è sacra, immenso è chi ce l’ha donata”
Tornando al disco, però, ci sono titoli su cui non ci si può soffermare, con ad esempio il brano “Parla con Dio”, in cui Zero ha esortato i suoi fans a “dirgli tutto quello che non va, le tue ansie, le paure, quella pena in fondo al cuore, qual è il mondo che vorresti tu. Parla con Dio più frequentemente che potrai, Lui apprezza molto la sincerità“.
In conclusione, ricorda Zero, solo il Signore ci ricorda che “la vita è sacra, immenso chi ce l’ha donata. Lui è il giusto senso all’esistenza… Portiamo ovunque quella luce a chi non crede”. Per questo non bisogna avere paura, ha affermato, perché “Lui vi accoglierà, Dio che vede e soffre con te, si insinua tra mille perché”. Commentando la nascita del disco, ha così raccontato che “Atto di fede è una sfida. Sono arrivato a un traguardo al quale ambivo da parecchio tempo: accarezzare Dio da vicino e fargli i complimenti per avermi gestito e mantenuto intatta la fede”.
Aggiungendo che il vero dramma è che “ci eravamo dimenticati di Dio. Non ci siamo fatti frequentare da Lui, abbiamo lasciato che la stanchezza ci impedisse di raggiungerlo. L’umiltà di dirsi cattolici è sparita, preferiamo giocare tre numeri al Totip per raggiugere quella felicità che avremmo garantita anche solo gettando uno sguardo oltre le nuvole”.