Approvato un nuovo disegno di legge che infligge un duro colpo alla discriminazione contro una particolare categoria di persone. Il consenso è stato bipartisan e quasi unanime.
I bambini con sindrome di Down sono sgraditi in molti Paesi di mondo. A partire dalla Danimarca e dall’Islanda, dove, grazie all’aborto eugenetico, la loro presenza è ormai nulla. Non in tutto il mondo, comunque, va così.
La firma in una data simbolica
Martedì, il governatore della West Virginia, Jim Justice, ha firmato un disegno di legge che vieta l’aborto dei bambini concepiti con sindrome di Down. Dopo l’approvazione da parte della Camera e del Senato dello Stato americano, la restrizione entrerà definitivamente in vigore il 1° luglio.
L’Unborn Child with Down Syndrome Protection and Education Act, oltre a proteggere i nascituri con sindrome di Down, prescrive ai medici di fornire materiale educativo e informazioni sui sistemi di supporto disponibili per le famiglie che crescono bambini in queste condizioni.
La legge si applica anche alle altre forme di disabilità, tranne che in caso di emergenza medica o per gravi condizioni fetali che sono “incompatibili con la vita al di fuori dell’utero”.
Il dato interessante è stata l’approvazione bipartisan del disegno di legge: 27 voti favorevoli e solo 5 contrari al Senato, seguiti da 81 favorevoli e 17 contrari alla Camera. Numeri davvero schiaccianti per un provvedimento che ha convinto anche una gran parte dei parlamentari Democratici, in uno Stato a netta maggioranza Repubblicana.
Simbolicamente, il governatore Justice ha voluto firmare la nuova legge il 21 marzo, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down. L’intento del governo della West Virginia, ha detto, è quello di combattere la discriminazione di una categoria di persone, che meritano piena inclusione nella società.
La gioia dei pro-life
La legge che tutela i nascituri con sindrome di Down in West Virginia ha raccolto il plauso dell’associazionismo pro-life. Marjorie Dannenfelser, presidente del gruppo “Susan B. Anthony List” ha salutato la novità come “un passo avanti contro la discriminazione eugenetica in America”.
La Dannenfelser ha quindi menzionato una ricerca che mostra come “il 99% delle persone con sindrome di Down conduce una vita felice” e ha appoggiato la decisione della West Virginia di “abbracciare e non cancellare” la sindrome.
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“Uccidere un bambino non ancora nato a causa di una disabilità è una forma estrema di discriminazione contro le persone con disabilità”, ha affermato Karen Cross, West Virginians for Life Political Liaison. “Sono così orgogliosa che il Parlamento della West Virginia abbia voluto proteggere dall’aborto questi bambini vulnerabili con disabilità”.
I sondaggi pendono a favore della Vita
Nel frattempo, in tutti gli Stati Uniti ferve l’attesa per la sentenza della Corte Suprema sul “caso Dobbs”. Il mese scorso, la sesta Corte d’Appello del Circuito degli Stati Uniti ha consentito l’entrata in vigore di una legge del Tennessee che vieta gli aborti discriminatori basati su sesso, razza o diagnosi prenatale della sindrome di Down. Questa Corte d’Appello ha dichiarato di voler pronunciarsi soltanto dopo una decisione della Corte Suprema. Si tratterà di stabilire se tutti i limiti all’aborto siano anticostituzionali o meno.
La presidente dei West Virginians for Life, Wanda Franz, ha sottolineato che “una ricerca condotta in tutto il mondo negli ultimi decenni ha rivelato che le donne che hanno scelto di interrompere una gravidanza a causa di un’anomalia fetale sono più a rischio di problemi di salute mentale seri e prolungati, rispetto alle donne che invece li hanno fatti nascere”.
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Il senatore repubblicano della West Virginia, Mike Azinger, uno dei principali promotori del disegno di legge ha affermato che molte diagnosi di sindrome di Down sono erronee e che vengono fatte pressioni per abortire il bambino. “Vedo su Facebook questi genitori che tengono in braccio un bambino che avrebbe dovuto avere qualunque tipo di problema alla nascita, forse anche morire, quando poi sta perfettamente bene”, ha detto il senatore.
Un sondaggio, pubblicato da Marist poco più di un anno fa, mostra che il 70% di un campione di 1.173 adulti intervistati “si oppone all’aborto in caso di concepimento di un bambino con sindrome di Down”.
Oltre il 90% dei familiari di persone con sindrome di Down affermano di vivere in un clima di amore e di felicità. Quanto alle persone stesse con sindrome di Down, è addirittura il 99% degli intervistati a dichiarare di essere felice.
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