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I grandi Santi che hanno fatto del Rosario la loro arma vincente
La preghiera del Santo Rosario è una delle più potenti e ci sono degli uomini di Dio che ne hanno fatto il perno della loro vita.
Uomini di Dio che si sono rivolti alla Madonna non usando altre parole, ma quelle dell’Angelo: “Ave, piena di grazia”. Molti pensano che recitare il Rosario sia una preghiera per sole donne, e invece no. Questa è una preghiera che ha attirato a sé anche tanti uomini. Vediamo insieme chi sono.
Gli uomini di Dio recitano il Rosario
A chi dice che il Rosario sia un qualcosa che debbano recitare solo le donne, noi diciamo che è un errore abissale. La preghiera innalzata a Maria, ha sempre suscitato “interesse ed attenzione” anche da parte degli uomini. Non solo sacerdoti, frati, Papi o Santi…ma anche uomini comuni, laici che, guardando a Maria, hanno sentito dentro di sé un qualcosa che li ha spinti a pregare.
Un esempio, può essere il “Terço dos Homens”, ovvero il Rosario degli Uomini. Si tratta di un movimento, nato in Brasile, che vede protagonisti gli uomini a recitare il Santo Rosario. Un gruppo che cresce di anno in anno e che vede nel potere della preghiera del Rosario la sua forza.
Poniamo l’attenzione su alcuni Uomini di Dio, che hanno visto nel Santo Rosario il perno della loro vita donata e consacrata a Dio:
San Pio da Pietrelcina: il Santo Frate affidava tutti coloro che a lui si rivolgevano, alle mani amorevoli della Madonna. Specie coloro che erano peccatori: “Vorrei avere una voce così forte per invitare tutti i peccatori del mondo ad amare la Madonna” – diceva. Per lui, il Rosario era l’arma per combattere contro l’inferno. Lui ce l’aveva sempre in tasca. Una volta, ad un frate, disse: “Prendimi l’arma nella tasca del mio abito”, riferendosi proprio al Rosario. Lo recitava sempre: una vera e propria arma di vittoria, di pace e di grazia;
Il Curato d’Ars: “Preghiamo Maria con fiducia”
San Giovanni Maria Vianney: il Curato d’Ars meditava ogni giorno il Santo Rosario. Si rivolgeva a Maria come alla più tenera e dolce fra le madri: “Rivolgiamoci a Lei con grande fiducia, e siamo sicuri che, per quanto miserabili siamo, Lei ci otterrà la grazia della nostra conversione”. La sua devozione alla Madonna e la recita costante del Rosario erano un segno del suo non volersi, mai, da lei staccarsi;
San Giovanni Paolo II: “Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità” – descriveva il Santo Pontefice a chi gli chiedeva cos’era per lui il Rosario. Una preghiera sì semplice, ma che racchiude nei suoi misteri la piena grazia di Dio in Maria. “Le parole dell’Ave Maria ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso il Cuore della sua Madre” – diceva;
San Francesco di Sales: ogni giorno recitava il Santo Rosario. L’amore che portava alla Vergine, lo portava a pregare, a confidarsi anche con la Madonna: “Ah, chi potrebbe non amarti mia carissima Madre? Sia io eternamente tutto vostro” – diceva. La preghiera del Rosario era la miglior devozione che un cristiano potesse esprimere nei confronti di Maria;
San Bernardo: “Donna, figlia del tuo figlio”
San Bernardo: la sua devozione alla Vergine Maria ce l’ha, anche, raccontata Dante Alighieri nel 33esimo canto del Paradiso. La sua “preghiera alla Vergine” può esser definita a forma più alta di fiducia che un uomo possa avere nei confronti della sua Mamma Celeste: “Donna, Figlia del tuo Figlio” – la chiama. L’unione piena e completa fra Maria e Gesù, senza mai dimenticare che Ella mai si stancherà di ascoltare il grido d’aiuto dei suoi figli: “Con l’Ave Maria, diamo a Lei un bacio affettuoso”, diceva;
Sant’Antonio Maria Claret: il suo essere Apostolo di Maria. Una vita segnata dalla Vergine e dalla devozione che questi aveva per il Santo Rosario e la sua recita. “Quale luce soave che tutto illumina, la sua devozione alla Madre di Dio” – diceva Papa Pio XII quando, nel 1950, lo proclamava Santo;
San Luigi Maria Grignon de Montfort: “Il Rosario contiene due elementi: l’orazione mentale e l’orazione vocale. Quella mentale consiste nella meditazione dei principali misteri della vita, della morte e della gloria di Gesù Cristo e della sua Santissima Madre. Quella vocale consiste nel dire quindici decine di “Ave Maria”, ognuna preceduta da un “Padre nostro”, meditando e contemplando le quindici principali virtù praticate da Gesù e da Maria, nei quindici misteri del santo Rosario”. Con queste parole, semplici e concise, il Santo spinge ognuno di noi a capire l’importanza e il vero significato della recita del Santo Rosario. Per lui, la corona del Rosario è “una corona che non appassisce”;
“Chi si affida a Maria, non si perde”, diceva Sant’Alfonso
Sant’Alfonso Maria De Liguori: non passava giorno che non recitasse il Rosario o che non avesse pregato ai piedi di Maria. Il Santo a Lei si affidò completamente, ascoltando la chiamata alla vocazione. “Un devoto di Maria non si perde” – scriveva. Il suo affidarsi a Maria, perché “Maria è Madre e modello di vita per tutti i cattolici”;
San Giovanni XXIII: “Il Rosario è “un modo eccellentissimo di preghiera meditata” – diceva il Santo Padre. Sin dalla sua infanzia, Angelo Roncalli recitava quotidianamente il Rosario. “Bisogna far tesoro di quella sana dottrina” – diceva;
San Giovanni Bosco: “Il Rosario è necessario per ben vivere, quanto il pane quotidiano”. Con queste parole, don Bosco indicava l’importanza della sua recita. Una preghiera e un dono ricevuti, sin da bambino, dalla sua mamma. “Quand’ero ancora molto piccolo, mia mamma mi insegnò le prime preghiere. Appena fui capace di unirmi ai miei fratelli, mi faceva inginocchiare con loro mattino e sera: recitavamo insieme le preghiere e la terza parte del Rosario” – raccontava.