Un fatto di grande dolore che colpisce tutta la comunità italiana, specialmente quella impegnata nella cooperazione internazionale e nell’aiuto dei più deboli.
L’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio e un carabiniere della sua scorta sono stati uccisi nel Congo. Il triste fatto è avvenuto durante un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite, nella parte orientale del Paese. Attanasio è quindi dolorosamente rimasto vittima di un’imboscata.
La notizia, che subito ha fatto il giro di tutti i media con grande risalto e cordoglio nazionale, è stata data in un primo momento da un portavoce del Parco nazionale di Virunga. Dopodiché c’è stata la conferma da parte del Governo italiano.
Il portavoce ha spiegato qual è stata la dinamica del triste attacco, avvenuto nell’ambito di un tentativo di rapire il personale delle Nazioni Unite. L’ambasciatore purtroppo in quel momento stava viaggiando all’interno di un convoglio della Monusco, in cui si trovava anche il Capo Delegazione Ue.
Gli assaltatori hanno attaccato il convoglio, e il diplomatico è stato fin da subito ferito e rapito. Subito si sono messi in moto i rinforzi. I rangers di Virunga in pochissimo tempo hanno messo in piedi un’operazione per liberarlo.
Purtroppo, però, nel momento in cui il diplomatico rapito, Luca Attanasio, è stato recuperato, il suo corso giaceva già a terra senza vita. Da lì, il corpo dell’uomo è stato portato all’ospedale di Goma.
Il fatto è avvenuto all’incirca intorno alle 10, che corrispondono alle 9 italiane, nella cittadina di Kanyamahoro. In quella zona sono infatti numerosi i gruppi armati che vi operano mietendo le loro vittime. Si tratta dell’area dei monti Virunga, situata fra Congo, Ruanda e Uganda.
Spesso accade che questi prendano di mira i ranger del parco, molto noto perché all’interno si trovano i gorilla di montagna. Tutta la nazione ha espresso il suo forte dolore e cordoglio per la morte dell’ambasciatore, a cominciare dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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Attanasio aveva 43 anni ed era nato nella provincia di Milano. Si è laureato con lode all’Università Bocconi, e dopo un primo approccio professionale al mondo della consulenza aziendale ha intrapreso la carriera diplomatica. Dopo l’arrivo alla Farnesina, è stato prima assegnato alla direzione per gli Affari Economici poi alla segreteria della direzione generale per l’Africa.
Nel 2004 era diventato vice capo segreteria del sottosegretario di Stato con delega per l’Africa e la Cooperazione Internazionale. Ha lavorato prima a Berna poi in Marocco, a Casablanca. Nel 2013 è rientrato alla Farnesina e nel 2015 è tornato in Africa, presso l’ambasciata d’Italia in Abuja, Nigeria.
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Dal 5 settembre 2017 la sua strada è stata quella dell’Africa, diventato capo missione a Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo. Sposato, era padre di tre bimbe. Se ne va così un uomo che faceva parte a pieno titolo dell’anima buona del nostro Paese, impegnato sul campo per l’azione internazionale a favore dei Paesi in via di sviluppo. Preghiamo perché la sua anima possa essere accolta dagli Angeli nel Regno dei cieli.
Giovanni Bernardi
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