Da giorni è entrato in uso il green pass, e c’è chi ha chiesto di introdurlo in chiesa, ma in altri casi si fanno due pesi e due misure.
La Conferenza episcopale italiana ha spiegato chiaramente che per le celebrazioni non c’è e non potrà mai essere richiesto l’uso del green pass, il certificato verde in uso da alcuni giorni e che attesterebbe la sicurezza di chi lo presenta rispetto al contagio da Coronavirus, in tre modalità: avere fatto il vaccino nei nove mesi precedenti, avere contratto il virus nei sei mesi precedenti o avere fatto un tampone nelle 48 ore precedenti.
Si sbarrano le Chiesa che videro santi battersi nella peste
E ci mancherebbe altro: le chiese sono per definizione il luogo dell’uguaglianza assoluta di fronte al Signore, e creare fedeli di serie a e di serie b di fronte a un certificato sanitario ancora molto dubbio, per le molte ragioni esposte dai tanti critici e che non si starà a ripetere, ha ben poco a che vedere con la missione della Chiesa universale. Ancora meno se si pensa che nella storia ci sono stati una moltitudine di santi che, di fronte alle peggiori pestilenze, sono corsi incontro ai malati e agli spaventati.
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Azione ben diversa dallo sbarrare le porte delle proprie chiese di fronte a chi, in maniera del tutto legittima in una democrazia, presenta molti dubbi sulla gestione politica della crisi sanitaria che da oltre un anno ci troviamo davanti. In ogni caso, abbiamo già visto sacerdoti schierarsi invece che con la Chiesa, e con le indicazioni della Cei, con il governo Draghi e con il ministro Speranza, insomma con la corrente del mondo piuttosto che con quella del Vangelo.
Alla Festa dell’Unità, invece, si accederà senza esibire il green pass?
Abbiamo visto cartelli affissi fuori dalle chiese in cui si invita a esibire il green pass, cardinali che organizzano eventi solenni escludendo chi non presenta il famoso certificato (come accade ad Albano), religiosi e uomini di chiesa, o sedicenti cattolici, schierarsi con i partiti che attaccano la Chiesa per essere luogo aperto a tutti, anche a chi non ha questo fantomatico foglio. Eppure, vediamo che gli stessi partiti che attaccano la Chiesa non si fanno remore ad aprire le porte delle proprie feste a tutti, senza presentare alcun pass.
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Insomma, le regole che si vuole applicare agli altri a casa propria non sono più valide. Dal 2 agosto al 12 settembre, infatti, come scrive il quotidiano online ImolaOggi, il grande Parco Nord di Bologna ospiterà la Festa dell’Unità nazionale senza obbligare chi accederà a esibire il Green Pass vaccinale. Si tratta di uno spazio pubblico al chiuso, e visto che in analoghi casi per accedere a eventi, manifestazioni, fiere, concerti, convegni, sagre, serve il pass, ci si chiede quale sia la differenza con la festa della sinistra.
Giovanni Bernardi