Non molti sanno che nei pressi della parrocchia di St. Lucy, nel Bronx, c’è la più grande riproduzione della grotta di Lourdes del mondo.
Fatta costruire da Monsignor Pasquale Lombardo, da 10 anni è, per i newyorchesi, sede della celebrazione della giornata intitolata a Nostra Signora di Lourdes.
La celebrazione di Nostra Signora di Lourdes
Come sapranno bene i devoti mariani, ogni 11 febbraio si celebra la Giornata Internazionale del malato che non a caso è stato istituita in coincidenza con la celebrazione liturgica di Lourdes. Proprio l’11 febbraio, infatti, apparve per la prima volta a Bernadette la Madonna ed è risaputo che nella grotta di Massabielle ogni anno giungono milioni di malati per fare le abluzioni nelle piscine. La ricorrenza viene celebrata in tutte le parrocchie, ma ce n’è una in particolare in cui sembra di trovarsi nella località mariana sui Pirenei.
Stiamo parlando della parrocchia di St. Lucy situata nel Bronx, storico quartiere popolare di New York. Proprio qui, infatti, si trova una riproduzione della Grotta di Lourdes dove da 10 anni circa si celebra la giornata dedicata a Nostra Signora di Lourdes e alla Madonna del Carmelo. Ad istituire la celebrazione è stato l’attuale parroco Padre Nikolin Perjini. In questo 2020 i fedeli hanno sfidato la pioggia e, muniti d’ombrello, hanno partecipato con grande devozione alla celebrazione.
La storia della grotta nel Bronx
L’idea di creare una riproduzione della grotta di Lourdes è venuta al primo parroco della parrocchia di St. Lucy, Monsignor Pasquale Lombardo. Questo infatti rimase folgorato dal luogo di culto mariano dopo averlo visitato a metà degli anni ’30 e chiese all’artigiano Gino Brandolini di realizzarne una riproduzione in scala. Da quando è stata costruita, la grotta del Bronx accoglie una media di 20.000 pellegrini ogni anno. I parrocchiani sono sicuri che l’acqua che sgorga dalla cima della grotta sia miracolosa, visto che sono numerosi i casi di guarigioni inspiegabili succedutisi in questi anni. Al momento il Vaticano non ha indagato sui presunti miracoli, ma se non dovesse essere l’acqua potrebbe anche darsi che la grande devozione dei parrocchiani abbia funto da veicolo per le guarigioni.
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Luca Scapatello