E’ stata pensata e coniata la moneta per il quinto anno di Pontificato del Santo Padre, Francesco Bergoglio, e l’immagine scelta è molto rappresentativa del suo tentativo di accoglienza, verso le persone più sfortunate.
Molte sono state, infatti, nel corso di questo quinquennio -ricordiamolo sempre- le iniziative atte a risollevare, a regalare dignità a quelle persone che, per varie ragioni, perché vittime di guerre o di circostanze di vita fallimentari, si sono ritrovate da sole e senza un tetto sulla testa.
A tal proposito, non possiamo non citare l’iniziativa che, già da tempo, vede la zona intorno al Vaticano abilitata per offrire cibo e vestiario ai senzatetto e quella che ha come protagonisti molti prelati che, sotto suggerimento del Papa, hanno ceduto i loro alloggi ai rifugiati.
Ed è proprio a questi ultimi che esplicitamente è dedicata la moneta. Essa, in particolare, mostra una mano tesa, verso coloro che, dal mare, giungono sulle nostre coste, per sfuggire al disastro generato dalla guerra, nella loro Nazione di provenienza.
Un nuovo e grandioso gesto, nato dalla sensibilità del Pontefice per i migranti, resi protagonisti di quest’epoca malsana, in cui sono molti i Paesi a rifiutare loro ingresso e sostegno, dando ad altri l’onere (come accade per l’Italia), spesso troppo imponente per le risorse a disposizione, di aiutarli tutti.
La moneta, che sarà divulgata dal 28 Luglio, speriamo si diffonda, per sollecitare le coscienze di molti alla generosità, troppo spesso mascherata dal buonismo, che serve a poco.
Come l’evangelista Matteo ci ricorda: “… io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato.”.
La persona che chiede aiuto, sulla moneta, somiglia un po’ a Gesù, a Colui che ha detto: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.”.